Cara rivista Cammino, mi sa che state un poco esagerando con tutte queste donne perdute. Prima le prostitute, poi le ex compagne di scuola che finiscono male per colpa della droga
Poi ci sono queste donne africane che fanno il vodoun sudando e tenendo il coltello alla gola di qualcuno. Insomma, a me le donne sul Cammino mi danno come un senso di preoccupazione. Va bene ancora se ci sono le innamorate, tipo Giulietta o la Francesca da Rimini, ma anche quelle poi muoiono ammazzate! Forse bisognerà parlare anche di qualche donna un po più normale, non so. Queste o sono molto carine o fanno paura o tutte e due insieme!
Ciao, scusate la osservazione.
Enrica F. Dalmine (BG)
E' simpatica la sua osservazione, Enrica. Credo che abbia ragione in questo senso, che non sempre è facile trovare una misura, diciamo così, equilibrata per parlare delle donne. Anche perché a farlo sono soprattutto gli uomini, che osservano le donne attraverso la lente della seduttività e di quel margine di mistero (non di rado preoccupante, come dice lei) che sempre caratterizza, ai loro occhi, il femminile. In questo senso, non solo le donne perdute o quelle in trance, ma anche le francescane delleremo di Campello (veda Cammino dello scorso dicembre) sono un capitolo di questa femminilità misteriosa, che attrae e inquieta il mondo maschile. Tuttavia, cè anche molto genuino amore, e poesia, in questa rappresentazione, che può essere integrata in vari modi. Pensi allo stile fresco e interessante col quale Luciana Lain ha parlato di donne, in tutti questi anni. Personalmente, nella mia rubrica (intitolata ai nomi di due amiche e interlocutrici di Gesù) presento spesso figure di donne, e intendo farlo ancora, spero in una chiave che non comunichi preoccupazione, ma che renda giustizia, comunque, alla loro verità e al loro preziosissimo fascino.