Editoriale

La laureata

di P. Francesco Calloni
parte terza

Lazzaro. È invece l'entrare in un'altra vita dove anche il corpo viene Sarebbe meschino e preparerebbe un altro ritornare alla morte come fu per trascinato in dimensioni nuove e insospettate.
Chi per primo ha avuto il coraggio di dire queste cose è finito ammazzato. I Dodici di Galilea non furono ricevuti dai Presidenti pronti a firmare Concordati. Finirono tutti tra i delinquenti.
Perché avevano la pretesa di urlare che un delinquente secondo la legge era stato posto “Signore” di tutte le cose e questa signoria distruggeva tutte le altre. Crollavano le tavole della legge, scricchiolavano i troni degli imperatori.
E ancor più sconvolgente è che questo grido di vita è affidato alle donne. Le ragazze dalle lucide chiome corvine hanno un inaspettato sussulto.
Quasi contemporaneamente, terminata la fumosa liturgia, schiacciano l'avanzo nel portacenere di pura porcellana che si sporca come il volto degli antichi spazzacamini. "Già, le donne -sbotta la laureata che provoca un assenso di capo della sorella-. La Chiesa non è mai stata tenera con loro.
Ecco il blasone di nobiltà: sposa e madre. Come dire: soddisfa tuo marito, fa figli e taci". Eppure in una società dove le donne non avevano neppure il diritto di testimoniare in tribunale (erano considerate non credibili), il Cristo sceglie proprio loro per destabilizzare e contestare l'apparato conoscitivo su cui si reggeva il mondo del potere religioso e sociale.
Lo so e lo sento che davanti alla ragione, alla filosofia della laureata sono un battuto.
La ragione esige evidenze: la terra è solida sotto i piedi, se il sole splende ci si abbronza, quando l'acqua scende ci si bagna, la macchina si muove perché c'è dentro la benzina
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