Vangeli di un prete di campagna
Una riflessione sui vangeli delle Messe del prossimo mese fatta da un prete che conosce bene i vizi e le virtù della sua gente.
CRISTO RE

(rito ambrosiano)

12 Novembre

Seconda parte del Vangelo di domenica 12 Novembre
Ma i sondaggi di opinione dicono che sono tanti quelli, anche cattolici, che non danno ascolto alle indicazioni del papa sulla famiglia: allora anch’io mi ritengo libero di comportarmi come la maggioranza. Pensando così non sei più dalla parte della verità.
Ma tutti oggi qualche lavoro o qualche contratto in nero lo fanno: perché proprio io devo essere così stupido da dichiarare quello che guadagno fino all’ultima lira? Comportandoti così non sei più dalla parte della verità.
Ancora: sei nella verità, e quindi fai parte del regno di Gesù Cristo, se guardi le persone con gli occhi di Dio.
Ma questo qui, anche se è mio fratello, ha fatto sempre il prepotente: non posso certo sorridergli come quando eravamo bambini. Ragionando così non sei più dalla parte della verità.
Ma questa qui, anche se è mia nuora, ha un atteggiamento così superbo che mi rende difficile parlare perfino con mio figlio: non posso certo inchinarmi davanti a lei. Pensando così non sei più dalla parte della verità.
Ma questo qui in ufficio mi circonda di tante attenzioni quali in casa non vedo da anni: non capisco perché non debba scendere a compromessi. Comportandoti così non sei più nella verità
Il regno di Gesù è il regno della verità e può comportare delle scelte diverse da quelle suggerite dal sentimento o dalle impressioni o dal parere degli altri; delle scelte impegnative che richiedono anche sacrificio.
Ma stare dalla parte del Signore non significa essere condannati alla tristezza o dover rifiutare tutto quello che nella vita è piacevole e bello. Infatti l’apostolo Paolo dice che «Il regno di Dio è pace e gioia che vengono dallo Spirito Santo» (Rom 14,17).
Se il regno di Gesù è il regno della verità, chi lo accoglie si realizza pienamente come uomo e come donna. E ci sono dei momenti in cui questa verità diventa certezza che dà gioia.
Una persona, a me molto cara, che si è voluto festeggiare per i suoi settant’anni di vita e per il suo impegno nel mondo della scuola, mi ha scritto così: “Quello che ho fatto e faccio nella vita, in campi diversi e su piani diversi, ce l’ho dentro, lo porto con me e, per sentirmi bene, lo devo dare agli altri. Io sono felice di dare quello che posso; non mi costa fatica, è un accontentare un mio bisogno intimo. Chi mi ha fatto, mi ha fatto così”.
È la gioia e la serenità che derivano dall’essere fedeli al progetto di Dio, una gioia e una serenità che le varie mode di questo mondo forse non sono in grado di garantire. «Il mio regno - ha detto Gesù - non appartiene a questo mondo». Però è l’unico che rimane per sempre.

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