Editoriale
di P. Francesco Calloni
Missioni
in
svendita
Parte terza
Le Congregazioni e gli ordini religiosi erano in agitazione: sembrava uno sputare nel piatto, rifiutare quello che da secoli si era ricevuto solo gratuitamente.
Invece il tempo ha rovesciato le cose. Bloccando l’entrata dei missionari, le comunità cristiane indiane sono state obbligate a reagire e a generare esse stesse un clero sufficiente e cercare mezzi necessari per continuare.
Sono uscite da un certo torpore che la sicurezza del missionario occidentale aveva inevitabilmente dato. Ce l’hanno fatta.
Ora la chiesa indiana non solo domina completamente la sua “stanza dei bottoni”, ma invia a sua volta sacerdoti e suore in altre parti del mondo che, come l’Africa, faticano a svegliarsi.
Negli Stati dell’India, soprattutto del sud, i seminari sono zeppi di candidati al sacerdozio. Non c’è posto per tutti.
Ordini religiosi e congregazioni femminili che in Italia sono ridotti ad un plotoncino di suore anziane e agonizzano per mancanza di vocazioni, in India, dopo poco tempo di presenza (si può rimanere con il “visto turistico” rinnovabile) hanno già numerose vocazioni.
C'è un’altra picconata dello Spirito Santo che tenta di modificare la struttura delle missioni: i missionari che partono sono sempre meno numerosi e, se la matematica non è un' opinione, si può calcolare che fra 50 anni non partirà più nessun missionario.
Questo calo non è, a mio avviso, attribuibile ad un diminuito fervore nelle diverse congregazioni missionarie, ma a due seri motivi:
1) I giovani sacerdoti prendono coscienza che anche nel loro ambiente c’è un enorme campo di lavoro, specialmente nelle povertà moderne come tra i tossicodipendenti, ammalati di AIDS, handicappati.
La missione “ad gentes” di cui parla il papa nella Redemptoris Missio perde fascino e importanza nei confronti di altri bisogni locali.
2) Le vocazioni, anche nelle congregazioni di tipico stampo missionario (Pime, Comboniani, Saveriani, Consolata,) sono in netto calo e molto personale viene deviato dalle missioni per mantenere le sempre più grosse strutture che la congregazione si è creato.

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