Editoriale
di P. Francesco Calloni
Missioni
in
svendita
Parte seconda
Sono scomparse le missioni a seguito del conquistatore, del colonizzatore.
Fanno fatica a scomparire, ma devono scomparire, le missioni a servizio della propria congregazione religiosa.
E nasceranno le missioni solo a servizio delle chiese locali.
Nel sinodo africano tenutosi a Roma nel 1974 (siamo troppo lontani, penserai tu) è stata pronunciata questa celebre frase: «Ieri i missionari stranieri hanno cristianizzato l'Africa.
Oggi i cristiani d'Africa devono africanizzare il cristianesimo». E in quel sinodo si sparò forte: «Missionari, tornatevene a casa».
Espressione che ha fatto ribollire il sangue a molti missionari che avevano dato la vita al Terzo Mondo e quasi improvvisamente si vedevano togliere di sotto la sedia.
Oggi, dopo il grande evento del Vaticano II e soprattutto dopo le chiarificazioni portate dalla Redemptoris Missio si può ragionare con più calma ed accorgersi che certe missioni devono sparire.
Ecco un’altra frase che ti può scandalizzare. Ho detto certe missioni; non l’evangelizzazione che non sparirà mai.
Sembra che ci pensi anche lo Spirito Santo con le sue picconate e esternazioni a farci prendere un’altra rota.
La prova generale della “sparizione di certe missioni” è stata fatta in India. Cinquantatrè anni fà il governo federale di Nuova Delhi aveva deciso di chiudere le porte ai missionari stranieri.
Chi c’era poteva continuare il suo lavoro, ma le nuove e giovani forze sarebbero state bloccate al confine. La sorveglianza sui missionari che restavano si sarebbe fatta più stretta.
Al più piccolo sbaglio, il missionario straniero correva il rischio di trovarsi in casa l’avviso che in India non era più gradito e che in 24 ore doveva lasciare la terra alla quale aveva donato sudori e sulla quale aveva cullato sogni di speranza.

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