Caro Cammino
di Monica Vanin Terza parte
CARO CAMMINO, VORREI…

Continuiamo una breve rassegna di idee e suggerimenti da parte dei lettori.
Alessandra B. ci scrive: “Leggo con molto piacere Cammino da circa tre anni. L’ho scoperto per caso e ne sono rimasta affascinata perché legge con un’ottica tutta particolare il mondo circostante.
È molto originale e talvolta imprevedibile, spesso diventa oggetto di conversazioni interessanti tra me e mia sorella. Io vorrei che con la stessa sagacia e la stessa originalità venisse fatta l’esegesi della Sacra Scrittura, in modo rigoroso ma anche con quel taglio che solo Cammino può dare.
Vorrei che Cammino si distinguesse anche in questo e non cadesse nella catechesi, ricorrente purtroppo, che commenta e basta la Parola senza farla conoscere direttamente.
Ma se Dio parla chi può farlo meglio? Lasciateci dunque conoscere direttamente la Sua Parola dandoci però le basi per una corretta interpretazione”.
Ecco dunque un’altra lettrice che ci chiede il “testo originale” delle Scritture, con commento. Evidentemente, si tratta di un’esigenza più diffusa di quanto non si creda. Vedremo quello che si può fare.
Ringraziamo naturalmente la nostra lettrice per le lodi all’"ottica tutta particolare" della rivista (nonostante qualcuno ogni tanto faccia il broncio, anche noi preferiamo che rimanga tale).

Interessante la segnalazione di Michele F., da Torino. “Caro Cammino, non ti scrivo per domande particolari, ma solo per farti leggere questa cosa, tratta da un numero di maggio dello “Specchio”, il settimanale che esce con “La Stampa” di Torino.
Ho staccato una pagina che riporta delle notizie curiose prese da altri giornali stranieri. Sentite un po’ questa, intitolata “La coscienza fa male alla salute”: “L’associazione britannica degli psicologi ha eliminato in un solo colpo il peccato e i sensi di colpa.
Se bevete un po’, fumate, vi rimpinzate di dolci, tradite, state allegri anche dopo: chi si fa prendere dai dubbi e perfino dall’angoscia – spiegano i suoi iscritti all’annuale conferenza – indebolisce il sistema immunitario e rischia una nemesi di raffreddori e influenze.
Morale: chi ci tiene a stare in salute faccia fuori la coscienza”. Bello, no? Perché non rispondete a questa cosa? Magari è un’idea per il vostro psicologo. Credo che sia un argomento da approfondire”.
Giriamo volentieri l’idea a Vittorio Zonca (potrebbe diventare un’intervista o, effettivamente, un tema da affrontare, magari a puntate).
In effetti, quello della percezione, individuale e collettiva, del bene e del male è un problema importantissimo, a maggior ragione nel nostro tempo e nella nostra cultura, che hanno creduto di essersi sbrigativamente liberati di valori antichi e necessità profonde.
Anche sulla funzione del senso di colpa le idee, ormai, sono pericolosamente confuse. Contribuire a chiarirle può rappresentare davvero un “servizio” utilmente reso ai lettori.

Non si allontana molto dall’argomento Mirella R., che da Brescia scrive: “Mi hanno molto colpito le riflessioni del Padre Calloni in giugno sull’aborto e ho pensato che forse “Cammino” potrebbe occuparsi ancora di più di tutto quello che riguarda il senso che ha per noi la vita: cioè le questioni dell’aborto, della fecondazione artificiale, della eutanasia…
Su quest’ultima cosa, sento che tanta gente non sa cosa pensare, perché a volte vediamo una tale sofferenza nelle persone malate che davvero non sappiamo più cosa è meglio per loro, se è ancora una vita da uomini quella che vivono.
Lavorando con gli anziani, spesso molto ammalati, come faccio io, è un pensiero che viene molte volte”.
Si tratta di problemi che non perdono mai la loro attualità, più che mai di questi tempi.


Sommario