Caro Cammino
di Monica Vanin Seconda parte
SOLITUDINE 2

Gentile signora e caro Padre Calloni, sono molto amareggiata per il comportamento di un parroco della mia città. Perché i nostri preti alle volte si comportano in un modo così poco attento verso la gente? La mia amica più cara ha perso recentemente suo padre, dopo una lunga malattia.
Questo pover’uomo è morto, probabilmente di ictus, verso le tre del mattino e dopo un po’ di trambusto i parenti hanno chiamato il sacerdote della parrocchia locale, che per la verità conosceva poco questo anziano, in quanto si era trasferito dalla figlia a causa della malattia.
Il prete ha detto che ormai era passata un’ora dal decesso, che lui non gradiva muoversi dalla canonica a quell’ora di notte e che se il defunto era una persona di fede e praticante non c’erano problemi, era morto di sicuro in grazia di Dio.
Il marito della mia amica si era offerto di andarlo a prendere e riaccompagnare a casa, però non c’è stato verso.
A voi sembra un comportamento accettabile? Non è un modo per allontanare la gente dalla Chiesa?
Luisella R. - Modena

Se le cose sono andate proprio così, mi sembra che il comportamento del sacerdote sia stato comprensibile, ma poco caritatevole.
A parte il fatto che una preghiera di intercessione e un gesto di benedizione non mi sembrano così superflui, il vero problema, in questa situazione, è la condizione spirituale dei vivi che si trovano a patire un lutto grave. Valeva la pena di fare un piccolo sforzo: la presenza, una parola di solidarietà e un momento di preghiera vissuto insieme sono un’occasione preziosa, in momenti di questo tipo, per far sperimentare l’appartenenza alla comunità cristiana anche a chi, magari, non è molto praticante.
Speriamo che, come lei dice giustamente, questo comportamento non contribuisca ad allontanare delle persone o a “intiepidire” dei credenti.


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