TRISTANO E ISOTTA

Troppo bello per essere vero

testo di Francesco di Ciaccia

foto di Damiano Morandini

parte seconda

Inconsapevoli. Ecco, improvviso, l’amore irresistibile! Giunti a corte, il re scopre i loro sentimenti e li caccia via. Dopo che si son ridotti a vivere in una selva selvaggia, e aspra e forte, un servo della gleba spiffera al re dove i due si trovano, il re li va a scovare e li trova a dormire l’uno accanto all’altra: ma una spada, nel mezzo, li tiene separati. Il re, sorpreso e commosso da tanta innocenza edificante, riprende con sé Isotta. Tristano invece, in cerca di un’altra terra, perviene sul continente, e qui conosce Isotta dalle Bianche Mani, figlia di un duca: costei gli richiama nel nome e nei lineamenti la precedente Isotta. Quindi la sposa. La moglie è tuttavia per lui qualcosa di lontano: una assenza.
Un bel giorno, Tristano resta ferito e nessuno sa curarlo. In base a un precedente patto di reciproco intervento in caso di bisogno, egli pensa di chiamare Isotta la Bionda, esperta in arti curative. La si va a contattare e si stabilisce un piano di intesa per quando la nave dovrà tornare: se ci sarà anche Isotta sulla nave, sarà alzata vela bianca; in caso contrario, vela nera. La nave arriva. Vela bianca! Ma la moglie di Tristano, gelosa, comunica al marito, malato e a letto, che la vela è nera...

Il significato è semplice: il cuore ha una legge autonoma, interiore, che nessuna furbizia della “ragione” e delle regole sociali riesce ad annullare. Nella verità del cuore, Tristano e la sostituta Isotta non sono ciò che per sua natura l’amore è: reciproca donazione della vita. E infatti è lei, la moglie, a distruggere Tristano. Non già per colpa: per la natura delle cose. Ed è inutile far finta del contrario. L'assurdità dell’unione secondo le regole sociali è implicita quando il giovane chiede alla fanciulla la mano per conto di re Marco. Isotta, chiaro e tondo: "Io non lo amo: neppure lo conosco!". Incalzata dal giovane, devoto al re, china il capo, assorta. E i suoi lunghi capelli, sciolti, sembra che piangano. E quando Tristano presenta la donna al suo sovrano, la bella dai capelli d’oro risponde con questo atteggiamento: "Muta e gelida s’inchina avanti al re". Non fa gelare il sangue questa fredda aria nelle vene? Per un romanzo cortese il significato della favola è più complesso. Esso sottolinea anche altri aspetti, tra cui soprattutto uno: il servizio incondizionato verso il signore. Al signore era dovuta obbedienza come a colui che, essendo al primo grado della scala gerarchica, rappresentava Dio nell’ordine sociale. Da qui, tutte le complicazioni che caratterizzano i romanzi dell’epoca e che portano agli strazianti epiloghi: le patetiche morti per amore.

Quì viene curato da una certa Isotta, esperta in arti magiche...
Il re li va a scovare e li trova a dormire l'uno accanto all'altra: ma una spada, nel mezzo, li tiene separati.

Sommario