USI E COSTUMI
Tempo permettendo si cucina all'aperto, con l'ausilio di piani e fornelli tratti dai gavoni laterali.

La strada è un pentagramma

ARTISTI DI STRADA

testo di Michela Bagatella e Giorgio Villosio

foto di Giorgio Villosio

parte terza

Nomadismo Filologico

Ma i nostri francesi, in omaggio alle più antiche tradizioni, hanno scelto di equipaggiarsi secondo la moda delle compagnie di giro dei tempi andati: carri di legno attrezzati per viverci, e animali da traino, forti e docili.
Una dotazione simile non si improvvisa, e i preparativi duravano diversi mesi. Innanzitutto, bisognava procurarsi “le motrici” e imparare a governarle; si rivolgevano quindi alla “Ecole des Mulets” di Nescus, sui Pirenei. Unico del suo genere, il centro fondato da Olivier Courthiade, che ha pure sponsorizzato in parte l’iniziativa dei viaggiatori, perpetra un’antichissima tradizione di allevamento e addestramento di muli per il traino, un tempo fiorente nei Pirenei ed oggi quasi estinta.
Qui il gruppo di François imparava ad accudire, cavalcare, guidare e addirittura ferrare i muli che li avrebbero poi accompagnati nella lunga avventura. I carri invece, dopo accurata ricerca di documentazione (spintasi anche vicino a Perugia) venivano costruiti a Carcassonne da specialisti di trazione animale, mentre agli interni provvedevano gli artisti stessi.
Viste dall’esterno, le “roulottes” sembrano la copia esatta dei carri di compagnie d’altri tempi; ma un occhio più attento riconosce subito il robusto telaio in ferro elettrosaldato, e l’impiego di componenti ed accessori moderni, come la stufa a gas e addirittura un pannello solare che alimenta... ecologicamente le batterie di radio e hi-fi.

All’interno, un’impostazione comune a tutti i carri: lettone matrimoniale alto in coda, dinette trasversale al centro, angolo lavabo e servizi all’ingresso.
Tempo permettendo si cucina all’aperto, con l’ausilio di piani e fornelli tratti dai gavoni laterali. Come è facile immaginare, la costruzione di tre simili mezzi richiedeva un certo sforzo economico; tra le varie sponsorizzazioni ottenute, due membri del gruppo possono vantare anche il supporto del governo francese.
Infatti la coppia Alex e Fabrice ha vinto il concorso “Sfida Giovani” indetto dal Ministero alla Cultura; si trattava di presentare progetti significativi nell’ambito della ricerca di nuove forme di attività giovanili, e l’idea del carro musicale itinerante ha convinto al punto da ottenere un congruo finanziamento.
E così, equipaggiati di muli e carri, i musicanti sono partiti verso oriente; quando li abbiamo incontrati, a metà ottobre, era giunto il tempo di compiere per la prima volta un’operazione molto delicata e indispensabile, ovvero la ferratura degli animali, i ferri vanno infatti periodicamente tolti per limare la crescita dell’unghia, quindi arroventati per individuare i punti escrescenti dello zoccolo e infine ricollocati nella stessa esatta posizione.
Il rito è avvenuto nell’aia del contadino che aveva messo a disposizione il proprio prato e che si adoperava con grande disponibilità ad agevolare il lavoro degli insoliti ospiti.
Gli amici francesi ci concedevano poi un bizzarro e piacevole spettacolo. Ritiratisi nei carri, ne sono usciti in un batter d’occhio bardati di costumi, cappelli e strumenti nonché di monociclo e birilli da giocolieri, per esibirsi nel bel mezzo della campagna piemontese effondendo nell’aria allegre melodie popolari della Provenza.
Li abbiamo visti poi la sera a Centallo in un locale stile western, "El Loco", dove riscuotevano un grande successo; il pubblico rimaneva di volta in volta incantato dalle voci fluenti di Alex e François, dal magico violino di Fabrice e dal clarino di Roland; all’udire le melodie occitane, poi, in pista si ballavano la courenta, il tresso e la giga, come non accadeva da lungo tempo.


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