I giocattoli non devono condizionare troppo chi li usa. Se funzionano in un solo modo, se su di essi non si può intervenire aggiungendo o togliendo qualcosa, se non lasciano spazio alla fantasia, se non sono in grado di tenere desto linteresse, sono sostanzialmente inutili. Il bambino si annoierà presto e li trascurerà. I giocattoli inoltre non devono essere troppo delicati. Non devono cioè rompersi facilmente, ma resistere a lungo alluso.
E neppure devono essere troppo complessi per cui, se perdono un pezzo, non possono essere aggiustati. Se questo si verifica, è motivo di grande delusione e sofferenza per il bambino. Inoltre gli impedisce di sperimentare relazioni costanti con i propri giocattoli.
Nei primi anni i giocattoli devono essere infrangibili, facili da tenere in mano, non infiammabili, lavabili e sufficientemente grandi da non potere essere ingoiati. Il segreto di un buon giocattolo sta nella sua potenzialità a stimolare la curiosità, lintelligenza, lemotività, la sensorialità, la fantasia e a lasciare libero corso alla creatività.
Un giocattolo riuscito è un giocattolo che incoraggia linventiva. Un vero giocattolo non è mai quindi a senso unico. Deve piuttosto essere qualcosa che si presta ad assumere una nuova forma, una nuova qualità, e perciò suscettibile di essere nuovamente creato dal bambino.
Più è semplice e maggiore è la libertà che il bambino ha di proiettare, di trasferire, di scaricare su di esso i suoi sentimenti interiori. Un giocattolo troppo finito, troppo fedele alla realtà, tende a bloccare la libertà ludica del bambino.
Un giocattolo perfetto inizialmente può anche suscitare lattenzione e lammirazione, ben presto però il bambino lo abbandonerà perché non lascia libero spazio alla fantasia e alla creatività.
Va sottolineato che non è affatto essenziale ricorrere a giocattoli prefabbricati e preesistenti allazione ludica. Sappiamo che i bambini sanno giocare anche senza veri e propri giocattoli. Si pensi che allinizio il bambino gioca con il suo stesso corpo e con il corpo della madre. Inoltre non tutti gli oggetti, che formalmente sono denominati giocattoli, svolgono di fatto una funzione ludica. Il bambino a questo riguardo è un ottimo giudice.
Non necessariamente quindi utilizza solo quelli che dagli adulti sono considerati giocattoli, ma anche tanto altro materiale che, pur non avendo di per sé una funzione ludica, lassumono comunque per lui.
Sono spesso oggetti allapparenza neutri e di nessun valore ludico ad essere trasformati dalla fantasia del bambino nei migliori giocattoli. Per far felice un bambino, basta una lattina vuota, un oggetto qualunque che, battuto, fa rumore.
Per la fantasia infantile ogni oggetto può diventare un giocattolo. Il bambino è in grado di trasformare un manico di scopa in un meraviglioso cavallo alato e di muovere una scatola come se fosse una rombante automobile da corsa. Spesso preferisce come giocattoli la sabbia, lacqua, il pongo, piuttosto che sofisticati robots. Per stabilire che un certo oggetto svolge senzaltro la funzione di giocattolo dipende dunque dalluso che ne fa il bambino.
Un vero giocattolo è quello con cui può effettivamente giocare e cioè che dà a lui la possibilità di essere protagonista e non semplice spettatore passivo. Un giocattolo tecnologicamente sofisticato che fa tutto da sé, al momento può suscitare magari stupore, meraviglia, ma poi a lungo andare, svanita la curiosità, viene facilmente abbandonato, perché di fatto non diverte.
In questo senso non sono necessariamente i giocattoli più costosi a interessare un bambino. Più in generale, può essere considerato un buon giocattolo qualsiasi oggetto che nellattività ludica può essere caricato di un qualche significato simbolico.
Ciò significa che deve essere un giocattolo che lo coinvolge, che gli permette di esteriorizzare in modo articolato il suo mondo interno, che lo aiuta a vivere fantasticamente i suoi desideri e a scaricare le sue tensioni.
I veri giocattoli significano sempre qualcosa. In gran parte riproducono cose e attività proprie del mondo adulto: trenini, automobiline, cucine, ecc. Del resto, è rilevante il bisogno da parte del bambino,man mano che cresce, di imitare e di riprodurre con il giocattolo la vita quotidiana del mon-do adulto.
Come giustamente fa notare Barthes (1957): "I giocattoli più diffusi sono essenzialmente un microcosmo adulto; sono tutti riproduzioni in formato ridotto di oggetti umani, come se agli occhi del pubblico il bambino non fosse in fondo che un uomo più piccolo, un homunculus a cui si debbano fornire oggetti sulla sua misura".