Religione
L'interno della cappella e l'altare.

Il seminario del santo inquisitore

testo e foto di P. Francesco Calloni
parte quarta

IL LIFTING DEL RESTAURO ARCHITETTONICO

I secoli hanno lasciato traccia del loro linguaggio e delle esigenze discutibili di vivibilità. I rapporti originali vengono alterati; si introducono elementi anomali impoverendo l'impressione di austera monumentalità conventuale. Era necessario un intelligente lifting architettonico per restituire all'edificio le sue caratteristiche originarie di trasparenza assiale e ripristinare le facciate e il ritmo delle finestre.
Si studiano le carte storiche, i disegni e le foto più antiche: l'edificio appare immerso nel paesaggio e nel verde, quasi selvaggio, per cui la severità del complesso risulta addolcita. Il quadrilatero del chiostro, che rappresenta la parte più antica e più nobile, riacquista la tonalità chiara (bianco ghiaccio) che si ispira ai palazzi settecenteschi lombardi, con velature di toni più caldi sulle arcate all'interno della corte, a ricordare il colore della pietra molera richiamata dall'effetto di bugnature sulle colonne.
Sono individuate nuove posizioni per le scale e risalite verticali a cui si è voluto dare particolare enfasi e chiarezza.
Sono riaperte le volte chiuse dai muri o tamponate da solette e si sono riscoperti pilastri ottagonali imponenti che le sostenevano. Si sono ricavate oltre centocinquanta stanze per i seminaristi, quindici appartamenti per gli educatori, aule didattiche e aule studio, una grande biblioteca, zona mensa e cucina, un'aula magna con trecento posti, zone ricreative e di lettura e spazi di meditazione e raccoglimento e una grande cappella al piano terreno.
Un "corpo nuovo" dal colore del cotto lombardo si accosta gradevolmente alla parte antica dell'edificio e innesca una sinfonia melodica sottolineata e accentuata dai colori del vasto parco che le circonda.


Sommario