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LA "SISTINA" DI MILANO |
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Le prescrizioni dettate dai monaci a Simone Peterzano non si limitarono ai soggetti iconografici che volevano fossero raffigurati sulle pareti della loro chiesa o sul comportamento che il pittore avrebbe dovuto avere fino a quando era residente nella Certosa, ma riguardavano anche alcuni aspetti religiosi e teologici connessi con la stessa opera pittorica. Oltre ad alcune prescrizioni sui colori da utilizzare, nel contratto del 1578 possiamo leggere la preoccupazione dei monaci affinché tutte le figure humane et massime de santi et sante fossero fatte con somma onestà et gravità et non ne apparissero petti ne altre membra o parti del corpo non honeste et ogni atto, giesto, garbo, movenza et drappi dei santi fossero honestissimi, pudicissimi et pieni dogni divina gravità et maestà. Essi precisarono che tutto il scoppo et ogni cosa che vi si farà dovesse tendere a provocare ogni somma divotione et motti divini ne li animi de risguardanti et che per nessuna arte non dovesse risultare di pregiudizio al spirito et al decoro et natura de le sante et divine figure.
I lavori allinterno della chiesa continuarono. Tra il 26 marzo del 1597 ed il 18 marzo del 1617 furono consacrati 3 altari e 5 cappelle, tra le quali vanno ricordate le due cappelle ai lati dellentrata, adiacenti quindi alla facciata della chiesa. La datazione del rifacimento di queste due cappelle appare di notevole importanza poiché costituisce lanno oltre al quale è poco probabile che si sia terminata la facciata della chiesa. Alla datazione incisa sul protiro (1606), fa riscontro un altro elemento temporale desumibile dagli elementi statuari inseriti nella stessa facciata. Nella nicchia destra del secondo ordine è infatti collocata una statua in marmo di Candoglia raffigurante San Carlo Borromeo, che venne canonizzato solamente nel 1610. Non sono certamente sconosciute sue raffigurazioni iconografiche precedenti alla data della canonizzazione, ma è tuttavia da ritenersi probabile che detta opera debba riferirsi ad un periodo successivo. Nel primo decennio del XVII secolo, infatti, venne terminata anche lesecuzione della nuova facciata della chiesa monastica, mentre tra la fine del ´500 e linizio del ´600 si diede una nuova veste architettonica alla piazza della elemosina, al vestibolo davanti alla chiesa, ed al chiostro della foresteria. La volontà di abbellire le decorazioni della chiesa non cessò nemmeno con i rifacimenti dei cortili prospicienti alla facciata o con gli affreschi del Peterzano. Il 1629 segna la data conclusiva del ciclo pittorico di Daniele Crespi nelle pareti e nella volta della navata, raffigurante la storia dellOrdine. |
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