Lutero a Milano

testo di Jenny Vestri Boncori

foto Calloni

parte quinta

Il percorso di Paolo de Petris è ancora più complesso. "Ero al liceo e la decisione di diventare protestante è maturata dopo una lunga riflessione filosofica e teologica su quelli che erano i fondamenti della chiesa cristiana. Mi chiedevo in quale misura la nostra fede, come chiesa e come singolo, fosse fondata sulla Bibbia. Nel cattolicesimo vedevo troppe dottrine che non erano direttamente fondate sulla Sacra Scrittura. Cosi io, cattolico osservante, ho sentito l'esigenza di appartenere ad una chiesa nata dalla Riforma". Ma questo cambio di rotta non doveva finire lì. Laureatosi in Legge, ha esercitato la professione di avvocato fino a dieci anni fa, poi la seconda "conversione": "Ho deciso di diventare pastore per dedicarmi alla chiesa a tempo pieno". Ma si può lavorare a tempo pieno per la chiesa quando si ha una famiglia? "I due impegni sono assolutamente conciliabili... Certo, quando facevo l'avvocato riuscivo a stabilire più facilmente uno spartiacque tra lavoro e vita privata, mentre nell'attività pastorale c'è qualche difficoltà in più.

Il culmine dell'impegno per un pastore è rappresentato dal servizio domenicale. Oltre alla "cura delle anime" (visitare le persone che soffrono, i malati in ospedale), tutta la settimana è concentrata sulla preparazione della predica. Per questo lavoro va via molto tempo, ma è necessario se non si vuole essere ripetitivi". I presenti sono tutti impegnati ad apparecchiare la tavola, ma parlano volentieri mentre si passano posate e bicchieri. Una signora mi racconta che lei, luterana, è sposata con un cattolico. "Mio marito era vedovo ed aveva già due figli adulti cresciuti nel cattolicesimo. Ci siamo sposati in una chiesa cattolica dopo la dispensa papale. Dei due ragazzi uno è di Comunione e Liberazione, l'altro è piuttosto di "sinistra". Una bella convivenza!". "Ma siamo riusciti ad amalgamarci lo stesso senza problemi, a parte qualche inevitabile discussione".


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