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Lutero a Milano |
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foto Calloni |
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Spiega il pastore Denecke: "C'era a quei tempi il mercato dell'indulgenza e Lutero non accettò il principio che l'uomo potesse salvarsi attraverso le opere. Fu una spaccatura che solo oggi, dopo cinquecento anni, la Chiesa Luterana e la Chiesa Cattolica hanno potuto sanare. Hanno trovato un nuovo linguaggio per spiegarsi reciprocamente i termini della questione e cioè che le due dottrine non sono poi così lontane. Non si può certo parlare di un accordo al cento per cento, ma almeno abbiamo chiarito che la Chiesa Luterana non è colpita dalle condanne del Concilio di Trento e che il rifiuto degli scritti confessionali luterani non riguardano la Chiesa Cattolico-Romana". Ma è stato proprio necessario arrivare ad un accordo? Denecke non ha dubbi: "E il primo passo verso la piena comunione ecclesiale, per raggiungere l'unità nella diversità, nella quale le reciproche differenze siano riconciliate e non abbiano più potere divisorio.
E l'inizio di un dialogo che porterà i cattolici a partecipare alla Santa Cena e un pastore luterano a fare il pastore all'interno della Chiesa Cattolica". Un cammino lungo se si pensa che in Italia la fioritura luterana del Cinquecento fu stroncata dalla Controriforma e che solo verso il 1800 alcune comunità protestanti hanno potuto formarsi sotto protezione diplomatica. Fondatori e promotori della chiesa protestante in Italia nell'anno 1850, furono in primo luogo dei commercianti benestanti di lingua tedesca, venuti a Milano dalla Svizzera e dalla Germania. Basti citare per tutti Mylius-Mennet e Hoepli, i quali non erano disposti a rinunciare ad esprimere la loro religiosità in modo libero. |
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