Il mistero degli uomini bianchi

di Alberto Marinetti
parte quarta

Per Benedetto la parola chiave é umiltà, che non é un sottovalutarsi, ma prendersi per quello che si é. Chi si attacca all'esteriorità, rimane fuori dalla porta del monastero, o meglio, del proprio cuore". "Come vedi il monastero del futuro? Magari un sito internet o un chat to God?". "La comunicazione non è che uno scambio di informazioni, la relazione, invece, un rapporto che passa attraverso il contatto umano. Favorire la comunicazione non vuol dire promuovere la relazione. Si dice che la popolazione europea nel 2040 sarà ridotta al 20% e sarà travolta da culture fondamentaliste. Come ci prepariamo a questi cambiamenti storici dal momento che abbiamo pochi uomini con una vera esperienza dello Spirito? Ci sarà un ritorno ai padri del deserto come nei primi secoli del cristianesimo. I monasteri non si identificheranno con dei luoghi geografici, ma con persone che terranno vivo lo Spirito. Dei tabernacoli viventi. Si avverte un crollo di spiritualità. Quindi é più facile puntare sullíesteriorità, sulle cose da fare, più sull'apparire che sull'essere.

Non c'é vita dall'interno. Il contemplativo é colui che non fa agli occhi del mondo, il quale lo ritiene inutile, improduttivo: un parassita. Ma il fare di molti é spesso un riempire il proprio vuoto esistenziale. Uno strafà per sentirsi vivo. Poi si frustra, perché non é mai sazio di cose, che non riempiono. Questa società dell'usa e getta é narcotizzante, se invece elevi gli occhi a Dio prendi coscienza di te. Poi non fai che attendere che lo Spirito operi dentro di te. Io, al massimo, posso sapere che cosa non fare. E non fare è la cosa più dura, perché ci si sente improduttivi. Lo sforzo più grande é rimanere in questa inutilità. Sai qual è la nostra presunzione? Dire: Io risolvo il male del mondo! Ci penso io e così ti credi Dio, ti metti al suo posto".


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