La baldoria è finita, la Chiesa continua

di Piero Vassallo
parte seconda

Infine la memoria delle sentenze senza appello, e l'eco dei luminosi pensieri intorno ai cortei giubilanti, ai muri incrollabili, alle splendide conquiste, alle svolte epocali, si aggirano tra i bisbigli esoterici di Cacciari e le requisitorie giacobine di Paolo Flores d'Arcais. I fatti parlano, e non è necessario lo sguardo della fede per vedere la primavera del Cattolicesimo, dopo la parentesi sessantottina. La restaurazione di Giovanni Paolo II procede risoluta perché le figure di questo mondo hanno un fondamento effimero. "Non abbiate paura di aprire le porte a Cristo". Le parole umanamente disperate, che inaugurarono il pontificato di Karol Woityla, significano che Cristo ha il potere di abbattere le barricate erette nel cuore dell'uomo. E di piegare la stupidità dei filosofi, che è ben più dura del cuore. Il mondo, anzi l'argilla su cui fiorisce la sovranità huius mundi ha ceduto dinanzi alla fede di un uomo perché il vento della misericordia divina soffia, a mal grado del bollettino, che annunciava un contrario indirizzo dell'evento ecclesiale. L'impazienza dei demolitori esigeva la libertà sessuale e si è scontrata con la Evangelium vìtae. Acclamava la psicoanalisi "liberatrice" e ha udito le lezioni del Papa sul sacramento della penitenza.

Pretendeva che la rivoluzione fosse posta sugli altari ed ha assistito alla beatificazione di centinaia di vittime del totalitarismo. Declinava un nuovo corso della filosofia, cioè il ripudio di san Tommaso e l'adozione della triade Marx, Freud e Heidegger, ed ha ottenuto la Fides et ratio. La Chiesa cattolica affronta il III millennio forte della sua intatta fedeltà. Non deve dunque stupire la franchezza delle affermazioni, pronunciate nel corso del recente sinodo dei vescovi. Ad esempio l'arcivescovo di Izmir, Giuseppe Germano, ha disapprovato apertamente gli incauti eccessi di certo irenismo, mentre il card. Baum ha riaffermato l'imprescindibile necessità del Sacramento della Penitenza. Tali argomenti, che oggi ottengono il consenso universale del clero e del laicato, negli anni Settanta avrebbero scatenato una rivolta.


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