Servizio speciale
TIEPOLO

Salita al Calvario

RENATO GUTTUSO

Entrata in Gerusalemme.

UN DIO PER L'UOMO D'OGGI
di Louis Evely
parte quarta

Il grande lamento di Cristo nel Vangelo, il suo accorato rimprovero agli apostoli è la loro paura: "Perché temete, uomini di poca fede?". "Non temete, sono io".
Perché si ha paura? Perché non si ha fede. La paura è segno della mancanza di fede. Io e i miei coetanei (ma temo che sia vero anche per la generazione più giovane) siamo stati allevati nella paura di Dio.
Dio sì era invulnerabile; non potevo fargli del male. Beato, impassibile, insensibile, inossidabile, immutabile, felice, imboscato, transfuga nel cielo.
Ma a noi poteva fare del male: ci avrebbe giudicati, ci avrebbe puniti, ci avrebbe condannati...
Ma se il timore di Dio è che Lui è così tenero, così amante, così vulnerabile, così sensibile che deve temere che noi gli facciamo del male!
La rivelazione di Dio è che Dio non ci farà mai del male, ma noi sì, potremmo fargli del male. Non è incredibile?
Il Signore ha detto: "Amate i vostri nemici... Pregate per quelli che vi perseguitano... Fate del bene a chi vi fa del male". E nessuno ci crede!
Ma Dio fa quel che ha detto. Dio ama i suoi nemici e fa del bene a chi gli fa del male.

Certamente comprendete che bisogna essere atei di un certo Dio, per averne uno vero.
Il catechismo comincia con una dichiarazione strana: "Dio ricompensa i buoni e punisce i cattivi". Nulla di più falso.
Se Dio ricompensa i buoni e punisce i cattivi, riconosciamo Dio un pagano e un publicano. Leggete il Vangelo. Cosa dice Cristo? "Se amate coloro che vi amano, se salutate quelli che vi salutano, se prestate a quelli che vi fanno dei prestiti, siete dei pagani e dei publicani.
Così fanno i pagani e i publicani". Se Dio si limita a questo ruolo di contabile e di giudice ("Tu mi fai questo, io ti faccio quello; tu mi hai fatto questo io ti punisco") è un pagano e un publicano.
Ma Cristo dice: "Voi, invece, non siate così; ma se qualcuno vi requisisce per un miglio, fatene due con lui. Prestate a quelli che non restituiscono". Presta la tua penna a chi t’ha rubato la biro, presta il tuo rasoio a chi una volta te l’ha già demolito.
Inventa situazioni nuove, non lasciarti invischiare in questi miserabili cerchi viziosi: "Tu mi hai fatto questo, io ti faccio quello; tu non mi hai fatto questo, io non ti faccio quello". Sii invece un creativo, sii inventivo.
Quando dici: "Io ricompenso i buoni e punisco i cattivi", sei una scimmia, semplicemente imiti quelli che ti hanno fatto del bene o del male. Dovresti invece essere come il Padre. Dovresti essere un creatore di situazioni nuove, come il Padre che fa splendere il suo sole sui buoni e sui cattivi e fa scendere la sua pioggia sui giusti e sugli ingiusti.

Pagina indietro
Pagina avanti
Torna all'indice del Servizio Speciale