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Perché, nonostante le apparenze, oggi si parla poco o non si parla affatto di Dio? Perché, invece che di Dio, si parla di taumaturghi e si corre dietro ai miracoli senza risparmio di mezzi e di energie?
Costa tanto parlare di Dio in pubblico? Ebbene sì, sembra che costi molto, talvolta moltissimo. Per comprendere questo aspetto, tuttaltro che marginale, possiamo fare riferimento a un paradigma perfetto: lesperienza di Gesù. Pochi anni di predicazione nelle regioni povere della Giudea e della Galilea, e fu subito messo a tacere. Perché? Perché parlava di Dio. La ragione vera della morte di Gesù fu che parlava di Dio e del suo regno in favore dei poveri. Limputazione vera che gli fu rivolta è stata che parlava di Dio, ovviamente in modo singolare, personalissimo, nuovo. Non che nel Paese di Gesù fosse proibito parlare di Dio. Ma Lui ne parlava in modo diverso dagli altri, ne parlava al di fuori, anzi in contrasto con la teologia ufficiale, si potrebbe dire del Catechismo. Ed era un modo che apparve subito pericoloso. Talmente rischioso che (dai custodi della teologia ufficiale) fu preso nei suoi confronti, sembra senza molti dubbi, un provvedimento radicale. Se si tiene presente che Gesù era un laico, non uno scriba, un sacerdote, un dottore della legge, ma un ebreo comune, si comprende meglio la portata del paradigma da Lui costituito. Ma adesso anche su questo aspetto sorvoliamo. È sufficiente tenere docchio il modo, strettamente legato ai contenuti, con cui Gesù parlava di Dio: venne giudicato inaccettabile e sentito come una minaccia. Dire: Beati i poveri perché Dio ha fatto sua la vostra causa; dichiarare la predilezione di Dio per gli ammalati, i peccatori, i bambini; mettere il sabato al servizio degli uomini, specie dei malati; fare discorsi come quello rivolto alla donna samaritana (si adorerà Dio anche fuori dal Tempio); raccontare del figlio prodigo e del padre che gli va incontro, anziché fargli trovare la porta sprangata, erano tutti discorsi pericolosi. Erano discorsi nuovi su Dio. Dio veniva sottratto alla funzione di sostegno sociale, culturale, religioso, politico che gli facevano svolgere. Gesù rendeva Dio inutilizzabile perfino dalla religione. Gesù era un vero pericolo, al punto che dovettero correre ai ripari con lunico modo sicuro possibile: la soppressione. La quale non fu una soppressione qualunque, per mano di sicario che colpisce nel buio, ma solenne, pubblica, esemplare: la crocifissione. Che equivaleva a dire: dimenticatevi di Gesù e del suo Dio. In realtà non avevano tutti i torti riguardo alla pericolosità di Gesù, ossia del suo discorso su Dio. Un Dio benigno con i peccatori, accogliente nei confronti dei poveri. Un Dio che non serviva se non ai poveri e ai disperati, alla gente senza valore: ma non era utilizzabile da chi decise di ucciderlo. Un Dio che poteva far paura solo ai potenti e agli oppressori; non ai poveri, ai miti, ai puri, ai misericordiosi, ai costruttori di pace, a coloro che lavorano per la giustizia e la libertà tra i popoli e nelle città. Un Dio tutto diverso da quello che veniva predicato nel Tempio. |
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