Servizio speciale
GIOVANNI BELLINI

La Pietà

DIO NON " SERVE " A NESSUNO
di Nino Fasullo
parte settima

Conoscere Dio è come entrare in un campo magnetico nel quale si è attratti nella vita stessa di Dio, che è vita di grazia per amore.
Dio è grazia o non è. La sua trascendenza coincide con la liberalità del suo amore. È nella logica della grazia, nella logica altra, rispetto a quella, tutta umana, dell’utile e dell’inutile che bisogna entrare; nella logica della libertà e del dono puramente gratuito, che crea cieli e terre nuove.
Diversamente non avremmo a che fare con un Dio vivo ma con un idolo, non molto diverso dal denaro, dal potere, dal dominio... Pensare Dio al di fuori della sua identità di grazia, è perdersi in brancolanti ragionamenti che portano solo agli idoli.
Pertanto, il rapporto amoroso con Dio non è di tipo coercitivo, obbligatorio, ma libero e persuaso. Un amore che non fosse libero non sarebbe tale.
Nessuno è tenuto ad amare Dio. Cosa può importare a Dio che uno ammetta la sua esistenza se poi non l’ama? L’esistenza di Dio coincide con la sua grazia per amore.

Non è neppure una buona idea quella di pensare Dio come un principio metafisico per spiegare il mondo. Dio non è la spiegazione di nulla. Dio è soltanto la grazia e l’amore.
Poco o molto che sia, di Dio è tutto quel che sappiamo. Ma la conoscenza di Dio non è senza frutti. Al contrario produce grazia, frutti di grazia.
Perché non è la stessa cosa conoscere un Dio di grazia ricco di benignità, anziché un Dio giudice severo privo di compassione.
Non è la stessa cosa conoscere un Dio che perdona e usa un’abbondante misericordia, anziché un Dio che manda all’inferno per l’eternità.

Non è la stessa cosa conoscere un Dio d’amore che non si dà pace finché gli uomini non siano con Lui, anziché un Dio chiuso.in se stesso, insensibile al gemito dell’uomo.
Non è la stessa la città di uomini che conoscono un Dio di grazia e quella di uomini che non pensano che in termini di violenza e fanno della forza e della sopraffazione l’unico valore della vita.
Non è uguale la città di chi è alla sequela di un Dio che dimentica se stesso, che non tiene alla sua divinità fino a dare la vita in solidarietà con l’uomo, anziché un Dio geloso, freddo, lontano, che vive solitario nell’alto dei cieli. Se non abbiamo costruito delle città e un mondo più liberi e più a misura di uomini, è anche perché non abbiamo conosciuto il Dio di grazia di cui ha parlato Gesù Cristo.

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