Servizio speciale
MASOLINO DA PANICALE

Battesimo di Gesù.

Castiglione Olona.

DIO NON " SERVE " A NESSUNO
di Nino Fasullo
parte sesta

E' interessante notare come oggi il ripensamento più serio e coraggioso — o tra i ripensamenti più seri e coraggiosi — dell’idea di Dio venga portato avanti dalle donne.
C’è un nutrito gruppo di teologhe, specie di lingua inglese, ma non solo (Elizabeth A. Johnson, Anne Carr, Francis Fiorenza Schuessler), che alla revisione dell’immagine di Dio trasmessa dalla teologia occidentale marcatamente maschilista, sta dedicando il meglio delle proprie energie con risultati si può dire lusinghieri.
Queste donne stanno conducendo una critica serrata a concezioni ideologiche, prive di fondamento, ma che per lunghi secoli — due millenni cristiani — hanno rappresentato materialissimi rapporti di dominio sociale, culturale e politico.
(La ricchezza teologica delle opere di queste donne è di un tale interesse che non solo non può essere ignorata ma ad essa va fatto il necessario spazio).

È proprio il concetto di Dio che sta subendo le più profonde trasformazioni. Sta mutando non a caso anche il linguaggio.
La parola Dio sta diffondendosi pacificamente, senza traumi. All’espressione biblica dell’Esodo Colui che è viene affiancata l’altra al femminile Colei che è (è anche il titolo di un’opera recentemente tradotta in lingua italiana).
È significativa questa relativizzazione di definizioni ritenute intoccabili per lunghe generazioni di credenti.
La teologia di queste donne è forse tra le cose più creative che siano state prodotte negli ultimi quarant’anni.
Alla fine degli anni Novanta, sulla soglia del nuovo millennio, disponiamo di un pensiero ricco, profondo, vigoroso, proprio su Dio. Una scorta, un patrimonio preziosi accumulati dalle donne.
Nel nuovo millennio potremo entrare con una cultura e una teologia nuove per merito delle donne, che hanno studiato, pensato, pagando di persona.Chi è Dio, dove trovarlo? A che servono queste domande? Quale utilità possiamo ricavare dal pensare e incontrare Dio?
In realtà, di Dio non si può fare (o almeno non si dovrebbe fare) alcun uso. Dio non serve a nessuno. È questo un punto così centrale e decisivo che dovremmo dedicarvi lunga e approfondita riflessione.
È assolutamente importante capire che Dio non è utile a nulla, che non serve nemmeno a salvarsi l’anima. Dio non è un affare. Potremo conoscere qualcosa di Lui solo se usciamo e ci teniamo lontani dalle categorie dell’utile e dell’interesse e assumiamo invece quelle della libertà e della grazia.
Non le categorie di guadagno o di perdita possono aiutarci a conoscere e incontrare Dio, ma le categorie di amore e di gratuità.
Finché non saremo entrati nella logica della grazia, del libero dono divino e dell’amore, rimarremo impigliati nella rete dei rapporti (aritmetici) del dare e dell’avere, nel mondo senza spirito dell’utile e del guadagno, ossia nel mondo (per altri versi significativo) costruito dagli uomini, ma del quale Dio non è parte, perché non è un prodotto dell’uomo, checché ne dica Ludwig Feuerbach.

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