Animali di casa nostra

Lo sciacallo dorato

testo e foto di Sergio Pessot
parte seconda

Questo carnivoro della famiglia dei Canidi, sottogenere del Canis, delle ventotto specie di sciacalli è quello che gode la peggiore fama. Lorenz lo definisce "profittatore, ladro e saccheggiatore di case e luoghi abbandonati per cataclismi o per ragioni belliche, sfruttatore delle sventure altrui, pronto a gettarsi su chi non può reagire odifendersi".
Durante il periodo degli amori, che corrisponde ai mesi di gennaio e febbraio, non fa vita di branco: vive in tane sotterranee che scava da sé; la femmina nel mese di aprile partorisce da sei a nove cuccioli.
Lo sciacallo dorato può essere addomesticato, dice Lorenz. C’è da crederci, e non soltanto in rispetto dello studioso, lui uno sciacallo lo ha posseduto. "Appena vedeva una persona amica, saltava dalla gioia e correva presso le inferriate della gabbia, scodinzolando e mostrando di gradire molto le carezze.
Però non leccava mai la mano che gli veniva offerta: tutt’al più la fiutava. Se poi gli mettevamo accanto un compagno, mostrava di gradirlo e si impegnava in giocose lotte che cessava solo nel caso in cui si rendeva conto che l’altro era più forte di lui.

Una volta afferrò per la coda un procione che abitava nella gabbia accanto e dopo avergliela staccata la mangiò.
Si mostrava sempre molto attento verso gli animali vivi che passavano vicini alla sua gabbia, specie se si trattava di galline che guardava con estrema cupidigia.
Sapeva distinguere le varie gamme di suoni che udiva, tanto che mostrava di allarmarsi se qualcuno gli rivolgeva la parola con durezza.
Aveva una memoria straordinaria, per cui non scordava né offese né carezze. Un giorno, dovendolo trasportare da una gabbia all’altra, il suo guardiano fu costretto a prenderlo in braccio. L’animale però si offese e lo addentò improvvisamente alla mano; dovemmo punirlo duramente. Da allora si mostrò sempre irritato con quel guardiano, nonostante lui continuasse a trattarlo bene e a nutrirlo come al solito".

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