Un fiore, una leggenda

LA PRIMULA

il fiore della gratitudine

Testo di Adelio Bianchini

Foto S.I.A. Stampa Italiana Associata

parte seconda

Le primule nella realtà
All’inizio di ogni primavera, quando in alcune zone c’è ancora la neve, ecco apparire le primule, anzi la Primula vulgaris che fa capolino dai crepacci e dagli angoli più nascosti, proprio come se la terra volesse tenerla per sé.
Di primule se ne conoscono mezzo migliaia di specie, alcune nascenti a grandi altitudini, altre nelle zone temperate e fredde dell’emisfero settentrionale. La coltivazione di questa pianta va fatta in terreno neutro, in mezz’ombra, in ambiente con umidità non stagnante per evitare che il colletto della pianta marcisca.
È un fiore che si moltiplica per divisione da fare ogni tre anni da giugno a settembre. La semina è sconsigliabile perché è di risultati incerti, comunque si può fare in primavera, sino a maggio, in terreno leggero composto di torba e sabbia in parti uguali.
I semi vanno poi ricoperti con un leggero strato di terra mescolata a foglie. Le piantine vanno trapiantate a circa 8 cm. di distanza e poi vanno poste a dimora in primavera oppure in autunno con la loro stessa terra.

Le primule esigono una concimazione opportuna e niente letame ma conci-mi chimici, ancora meglio un miscuglio di terriccio di foglie.
Tuttavia ogni specie ha le sue esigenze che è opportuno far suggerire da un floricultore il quale ricorderà senz’altro che la primula richiede generalmente la mezza ombra e preferibilmente i terreni vicino ai laghi.
Appartenente alla famiglia delle Primulaceae, la primula ha anche pro-prietà singolari oggi quasi dimenticate ma che può essere utile ricordare: nell’Ottocento si affermava che il succo del fiore aspirato dal naso fa passar il mal di testa mentre il decotto di radice di primula favorisce la secrezione bronchiale (due/tre tazze al giorno per alcuni giorni).
Bisogna però anche aggiungere che certe persone sono allergiche all' olio emesso da molte specie di primule, olio che può provocare orticarie ed eritemi.
Per evitare spiacevoli esperienze sarà meglio considerare la primula per qual è: un fiore di gradevolissimo aspetto che specialmente ricorda gli angoli remoti delle zone di montagna dove la primavera ha un fascino maggiore, certo diverso.

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