Un fiore, una leggenda

LA PRIMULA

il fiore della gratitudine

Testo di Adelio Bianchini

Foto S.I.A. Stampa Italiana Associata


C'era una volta un vecchissimo giardiniere di nome Mares che conosceva tutti i fiori e li conosceva così bene che, egli diceva, sapeva quali sono i preferiti dalla Terra.
Perché, secondo Mares, la Terra è un essere con sentimenti e quindi con un’anima che sa amare e soffrire per amore. Mares diceva anche che la Terra ama più di tutti i fiori semplici, piccoli, umili che quasi con pudicizia si nascondono tra le foglie e gli steli bassi.
Tra questi fiori ci sono le viole che la Terra desidera tenere piccine per averle sempre vicino a sé. La Terra, aggiungeva il vecchio giardiniere, è per le sue viole gelosa di tutti: delle api che ne succhiano il polline, delle farfalle che si posano sui loro petali, dei raggi del sole che riscaldano le loro corolle, ed è per questo che essa fa nascere questi fiori negli angoli più nascosti.
I dialoghi che la Terra fa con i suoi figli, alberi, piante e fiori, sono dialoghi d’amore, ma i dialoghi con le viole, fatti a bassa voce e quando tutti dormono, sono pieni di una dolcezza infinita: "Mia diletta viola, vorrei che tu ti abbassassi sino a me sino a toccarmi".

"Farò di più, risponde la viola, ti darò una goccia di rugiada perché tu possa dissetarti dopo la calura del giorno. Questa goccia ha con sé tutto il profumo che mi hai dato facendomi nascere. Tu, Terra, che cosa mi dai ancora?".
"Ti do tutte le forze vitali che il sole e la luce e la linfa che scorre in me continuano a darmi. Ti do anche la frescura della notte perché tu possa riposare meglio".
"Grazie Terra, ma non farmi dormire: voglio ancora parlare con te a lungo: è così bello...".
Così da secoli, diceva il vecchio giardiniere che aveva visto la sua schiena divenire un arco sotto il peso degli anni e per le cure date al suo giardino. La Terra, egli continuava quando raccontava questa leggenda, era molto grata al Cielo per averle fatto dono della violetta.
Una gratitudine che solo gli esseri veramente buoni provano. La Terra voleva ricambiare questo dono ma non sapeva come fare e un giorno decise di rivolgersi direttamente al Cielo: "Ogni volta che mi hai dato un fiore ho pianto di gioia, gli disse, ma quando mi hai dato la viola ho raggiunto la completa felicità. Ora vorrei ricambiare, vorrei darti anch’io, Cielo, qualcosa che ti faccia felice".
"Tu non mi devi nulla, rispose il Cielo, io non ti ho dato per avere ma per la gioia di dare. Ho qualcosa anch’io dalla viola: il suo profumo che giunge sino a me e mi inebria come i mille profumi di tutti i tuoi fiori".

La Terra insistette ma il Cielo non sapeva cosa rispondere. "Io apprezzo molto il tuo sentimento, infine rispose, perché la gratitudine è uno degli impulsi più nobili. Però visto che insisti, che cosa debbo dire? Dammi, o Terra, un altro fiore".
"D’accordo, accettò la Terra, ti darò un altro fiore che faccia compagnia alla viola".
"Ti sarò a mia volta riconoscente, approvò il Cielo, e amerò questo nuovo fiore con lo stesso amore con cui amo tutti gli altri".
"Purtroppo, continuò la Terra, io sono ancora tutta raggelata dal freddo di quest’inverno. Comincio appena adesso a liberarmi dal mantello di gelo che mi ha coperta tutta. Potrò darti solo un fiore dai colori tenui, ma con i petali a forma di cuore per dimostrarti il mio amore e la mia riconoscenza".
"Non ti preoccupare, rispose il Cielo, se questo fiore sarà poco colorato: provenendo da te sarà bello ugualmente ed io lo accetterò con tanta gioia".

La Terra decise allora che il fiore ideale per regalare al Cielo doveva essere uno che non sfigurasse vicino alla viola, doveva essere un fiore pallido, e come la viola un fiore piccino da notare appena tra il verde dei prati e le aperture delle rocce.
E doveva essere, come la viola, uno dei primi. Fiori della primavera, la stagione tanto cara alla Terra, al Cielo e anche agli uomini. Fu così che la Terra fece nascere la primula, il fiore che ha una storia semplice, ma ricorda uno dei sentimenti che gli uomini dimenticano più facilmente: la gratitudine .
Gli uomini che non sono generosi, si intende.

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