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Religione-non-religione?Che se ne fanno di religioniun miliardo di affamati? |
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Non è stato il seminario, non luniversità, non le mistiche, ma i poveri, che mi hanno donato la passione di vivere luomo - la mia umanità e quella degli altri - a dimensione planetaria. Scorrere nei popoli come nelle vene di Dio; respirare lIncarnazione cosmica; contemplare le sue piaghe che sono sempre aperte.
Questo scampolo dumanità che vivo con i miei ragazzini non è che un aperitivo, un antipasto, che mi mette sempre più fame. Le istituzioni rischiano di diventare delle piccole camere a gas che gasano i sogni dei loro adepti. Ordini e congregazioni insistono nella definizione e ridefinizione del loro carisma specifico, mentre i segni dei tempi profetizzano universalismo, villaggio globale, interdipendenza. È avvenuto in me un fenomeno di rigetto di tutto ciò che ostacola la dimensione planetaria dei miei sogni. Mi fa paura chi pretende di sapere tutto. Il Cristo ci mette davanti una sola verità: lUomo. Il suo è un Dio ampio, aperto, magnanimo. Che si fa per coltivare, far crescere la dimensione planetaria delle coscienze? Chi ci aiuta a superare tutti i dualismi a partire da quello più terribile Nord-Sud, primo mondo-terzo mondo? Se sono fatto su misura di tutti i popoli; se avverto davere un cuore in grado di amare tutti per diventare un uomo universale; se vivo gli altri come me; se tremo e mi dilanio quando un me è messo a morte in qualunque parte della terra, come faccio ad appartenere ad una sola religione? Lappartenenza ad essa mimpedisce di essere di tutti, con tutti. O forse Dio è oltre ogni religione ufficiale? Quando entravo nei templi buddhisti si inceppava qualcosa dentro di me. Mi sforzavo di pregare con loro, alla loro maniera. Ma come pregare se siamo così frantumati? Una umanità ridotta in cocci non può pronunciare il tuo santo nome, Dio. Te lo immagini un Cristo che va a bisticciare conBuddha, con Maometto, con Lutero e tutti gli altri? Non è evidente che rinuncia perfino al diritto dellunica vera religione pur di stare al fianco di tutti, con tutti? Quando nascerà una chiesa dai polmoni planetari, capace di respirare al di là dei settarismi e avrà il coraggio di mettere sugli altari Gandhi, King, Einstein, tanti giganti in umanità, e, atto finale, i miserabili della terra? Non hanno praticato in grado eroico le virtù della non violenza, della sopportazione eroica, della dedizione piena al bene degli altri? I poveri -come il Cristo, oserei dire- sono crudeli. Pretendono tutto. La nostra trasformazione deve essere radicale. Ci vogliono nuove creature. Rifiutano tutto ciò che deriva dal fermento vecchio. Esigono la rottura (=superamento) con le chiese primo-mondiali, le religioni-ghetto, le culture nazionalistiche. Per stare col Cristo bisogna spogliarsi di tutto: anche del privilegio dello stato di perfezione. Nel discorso della montagna non sono beatificati neppure i religiosi che detengono la chiave della vita di perfezione, la cassaforte delle virtù eroiche. Solo i poveri: di tutti i tempi, di tutte le religioni. Una beatitudine che travalica tutte le differenze, le etichette, le sante presunzioni. I poveri sono patrimonio di tutti, non di una chiesuola. |
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