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Le conseguenze sono facilmente immaginabili: rimproveri, minacce, insulti, botte. Però non era più ignorata. Era diventata una protagonista, un membro visibile della famiglia, una persona vivente e non più una nullità o una specie di utile fantasma come prima. Mi disse un giorno che soffriva molto, ma che nello stesso tempo era appagata e quasi felice. Ricordo un altro caso. Un uomo da tempo non amava più la moglie, che invece lo amava ancora. Egli avrebbe desiderato separarsi, ma le argomentazioni di lei (i due figli, i parenti, la gente) glielo impedivano. Così restava, insofferente e pieno di risentimento. Lo irritavano i pianti di lei, le sue suppliche e le lamentele perché non le faceva abbastanza compagnia o perché tornava a casa tardi. Divenne sgarbato, volgare, litigioso, ma quella povera donna, suo malgrado, accettava tutto. Piuttosto che perderlo subiva volentieri i suoi modi di fare irosi, le frasi di disprezzo, le prepotenze e i soprusi. Anzi, lo provocava apposta per sentire la sua voce, per litigare con lui e per averlo vicino. Questa convivenza dura ancora oggi, dopo diversi anni. Una gran quantità di carezze negative ha sostituito quelle positive dei tempi del fidanzamento e la relazione, anche se palesemente patologica, si è stabilizzata. Ogni giorno riceviamo carezze. Sono il cibo per la nostra mente. Più carezze positive riceviamo, più la vita ci sembra bella. Se un giorno ne riceviamo poche o solo negative, ci sentiamo tristi e soli ed entriamo in uno stato di ansia. Se questa carenza dura per molto tempo, cadiamo inevitabilmente in depressione. Forza! Amiamo sinceramente gli altri e agiamo sempre nella maniera più generosa e corretta. Saremo ricompensati con una valanga di queste vivificanti, meravigliose e preziosissime carezze.
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