Vangeli di un prete di campagna
Una riflessione sui vangeli delle Messe del prossimo mese fatta da un prete che conosce bene i vizi e le virtù della sua gente.
SECONDA DOMENICA
DI AVVENTO

(rito ambrosiano)
26 Novembre
Seconda parte del Vangelo di domenica 26 Novembre
Se ci tieni a prendere parte al banchetto di nozze, non sputi in faccia alla sposa il giorno prima, semplicemente perché l’hai incontrata e non indossava ancora l’abito meraviglioso del matrimonio!
Qualche volta dimentichiamo che il Signore Gesù è proprio lo sposo che tornerà per farci entrare nella sala del banchetto dove la festa e la gioia non avranno più fine.
Adesso questo Gesù sembra essere solo uno che, come tutti, ha bisogno.
Infatti ha avuto bisogno di una donna per nascere, del suo latte per crescere, delle sue tenerezze per sentirsi sicuro; ha avuto bisogno delle mani robuste di Giuseppe per incominciare a camminare, della sua esperienza per imparare il mestiere del falegname.
Ha avuto bisogno di questo asinello per compiere il suo ingresso in Gerusalemme così come ne avevano parlato i profeti: «Il tuo re, Gerusalemme, viene a te umile cavalca un asino, sopra un puledro figlio d’asina». Sono le parole del profeta Zaccaria che abbiamo ascoltato nella prima lettura.
Lui, il Signore, ha scelto di avere bisogno di tutto perché ha scelto di farsi solidale con noi fino all’esperienza della morte, vero fratello di ogni uomo, buono o cattivo che sia.
Gesù stesso lo afferma: «Il Figlio dell’uomo non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la vita per la liberazione degli uomini (Mc 10, 45). Non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori (Mc 2,17)».
Oggi il Signore Gesù può apparirci debole, incapace di far valere la sua volontà, così come era debole quando è nato a Betlemme.
Proprio per questo possiamo fidarci di Lui nonostante le nostre debolezze.
Oggi il Signore Gesù può apparirci silenzioso; è sufficiente un qualsiasi programma televisivo per catturare di più la nostra attenzione.
Ma proprio per questo è pronto ad ascoltare i nostri dubbi e le nostre angosce.
Allora la seconda tappa del nostro cammino di avvento può avere questa caratteristica: a questo Gesù che è debole, che come me ha bisogno di tutto, consegno le mie scelte sbagliate, i miei peccati.
Se oggi mi fido di Lui e gli chiedo perdono, domani quando lo vedrò mio giudice potrò scoprire il suo volto sorridente.
Lo Spirito di Dio ci disponga a vivere con frutto il sacramento della confessione che ci prepara al Natale liberando il nostro cuore dalla paura delle nostre debolezze.

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