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La gondola di Venezia
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Non ci fu invece un incontro diretto con don Milani, ma il papa volle che a tenere i contatti fosse don Loris Capovilla. Il priore di Barbiana, ormai gravemente malato e abbandonato da tutti scriveva a don Loris nel 1964: «Ho sempre pensato che lo stare in esilio sia unelevata funzione ecclesiastica. Mi domando solo se sia giusto seguitare a santificarsi nel silenzio, quando sul piano terreno questo non fa che aumentare il già tanto profondo sdegno dei poveri verso la gerarchia ecclesiastica. Fino allanno scorso pensavo che fosse santità. Da qualche tempo in qua temo sia correità ».
Per un gesto di cortesia, dettato non da opportunismo ma da riguardi di ospitalità, Roncalli fu duramente criticato nel 1957 quando indirizzò un saluto ai socialisti che in quellanno celebravano il loro Congresso nazionale a Venezia: «Saluto questo eccezionale avvenimento», si legge nel messaggio, «che tanta importanza ha per il futuro del nostro Paese ». Tanto bastò perché da sinistra si gridasse: «Il patriarca è con noi! ». E da destra si attribuissero a Roncalli simpatie nei confronti del comunismo, pur avendo mosso una dura critica al marxismo ateo.
Le aperture del patriarca fecero subito cronaca. La biennale darte di Venezia era vietata ai sacerdoti e ai religiosi fin dalla sua nascita, cioè dallanno 1895, dallallora patriarca Giuseppe Sarto, il futuro Pio X. Roncalli tolse il divieto, ma fece udire la sua disapprovazione, senza tuonare dal pulpito, quando alla mostra vennero esposte opere proposte come soggetti religiosi ma che in parole semplici erano profanazioni sotto ogni punto di vista, religioso compreso.
Era inevitabile che fin dagli anni della sua missione pastorale a Venezia - la città che egli amò più di ogni altra e nella quale si era già preparato la tomba stendendovisi dentro per vedere "se stava comodo" - si creasse attorno a Roncalli lo stereotipo di un pastore buono, mite, candido e... accomodante.
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Fu tutto questo, infatti, ma là dove non erano chiamati in causa i fondamenti della fede e della morale o la stessa disciplina ecclesiastica, come il celibato dei sacerdoti. Esemplare, a tal proposito, il suo comportamento nei confronti di un sacerdote che indulgeva al proverbiale richiamo di «bacco, tabacco e venere ». Lo convocò nel suo studio, gli pose la stola sulle spalle e gli si inginocchiò ai piedi dicendogli di ascoltare la propria confessione. Dopo che il povero prete ebbe tracciato con mano tremante il segno della sacramentale assoluzione, il patriarca, alzandosi, gli disse: «Vedi di quale dignità ti ha investito il Signore. Siine degno».
Ai sacerdoti Roncalli additò linscindibile binomio castità-santità. Come si può essere testimoni della verità nella carità senza la santità? Ecco dunque che al sacerdote si richiede una vita santa e... aggiunse con una breve pausa, rimarcando la parola, puntando gli occhi sui sacerdoti che lo ascoltavano, casta.
Temeva che lindulgere al connaturato temperamento pacifico, potesse far nascere nei suoi sacerdoti la convinzione che il loro vescovo era il tipo del «vivere e lasciar vivere ».
Al contrario, locchio vigile del buon pastore, seguiva costantemente il suo gregge, anche se avvertiva la stanchezza degli anni.
Intanto da Roma giungevano preoccupanti notizie sulla salute di Pio XII, che stava prolungando il soggiorno a Castel Gandolfo, su consiglio dei medici. Lultima apparizione in pubblico porta la data del 5 ottobre 1958. Poi un susseguirsi di smentite e di conferme del rapido declino. Un quotidiano ne anticipò di qualche ora la morte con titoli a tutta pagina. Poi lannuncio ufficiale: Pio XII era morto allalba del 9 ottobre.
Il conclave lo attende.
Quando la sera del 28 ottobre 1958, nei bagliori del crepuscolo, che poco prima aveva acceso di luce rosata il cielo di Roma, apparve la figura del nuovo pontefice predominante sulle altre figure di contorno, un fascio di luce illuminò il sorriso buono di un nonno che si porge dal balcone a salutare i nipotini.
La voce calda e sonora del nuovo papa accompagnò il gesto benedicente della mano. Non più le braccia spalancate, nel segno della croce, e il volto levato in alto nellimmagine ancor viva in tutti di Pio XII. Ma un gesto della mano come se il braccio fosse impedito nei suoi movimenti da qualcosa. Infatti la veste gli andava stretta. Quella più confacente alla sua misura gli verrà confezionata il giorno dopo.
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