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Molti anni prima Roncalli, giovane sacerdote segretario di mons. Radini Tedeschi, ebbe lo stesso incarico e sappiamo con quanta filiale devozione labbia compiuto.
«Lho fatto serenamente, anche se con il cuore angosciato», riferisce mons. Capovilla. « È stato il 31 maggio, tre giorni prima del trapasso, dopo che i medici, Valdoni e Mazzoni, mi avevano avvertito che non cerano più speranze. Avevo celebrato la messa accanto a lui, poi mi raccolsi in preghiera, prima di avvicinarmi e di inginocchiarmi accanto al suo capezzale. «Padre Santo - gli dissi, - mantengo la parola, assolvendo lo stesso compito da voi assolto con mons. Radini Tedeschi. Lora è giunta. Il Signore vi chiama». Il papa non manifestò alcun turbamento alle mie parole. Mi guardò per un istante, socchiuse gli occhi, assorto. Dopo un po riaprì gli occhi e mormorò: «Sarà bene sentire quello che dicono i medici». E io insistetti: «Santo Padre, questa è la loro sentenza: il tumore ha compiuto la sua opera». Mi guardò nuovamente. Nei suoi occhi non notai alcuna espressione di intima lotta. Si limitò a dirmi: «Proprio come mons. Radini... Ci sarà anche loperazione?». Gli risposi che ormai non cera più bisogno, perché la peritonite aveva sconfitto la sua lunga resistenza».
Il più turbato e afflitto era Capovilla e fu il papa a tranquillizzarlo, avendo già accettata la morte. Si ripeteva la scena dei primi minuti dopo lelezione al Soglio pontificio, quando Capovilla, con le lacrime, gli si gettò ai piedi... «Che ti succede, don Loris?».
«Aiutatemi a morire come si conviene a un papa», mormorò; quindi pregò il segretario di consegnare alla Segreteria di Stato la pur modesta somma di denaro che teneva sul tavolo: «Desidero che il Signore mi trovi povero, come sono sempre stato».
Sorella morte lo colse, il 3 giugno 1963 alle ore 19,49, in queste edificanti disposizioni danima. Fuori, nella grande piazza sottostante, la gente sostava in preghiera. A chi avvertì il pontefice morente della costante presenza del popolo romano, che volle essergli vicino in quel momento, papa Giovanni mormorò: «Abbiamo molti amici. Ne avremo di più...».
Così muoiono i santi...
Roma piange.
Il mondo si sente meno buono.
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