Servizio Speciale
Il capolavoro: IL CONCILIO
Parte prima
Il dono più grande fatto alla Chiesa è senza alcun dubbio il concilio ecumenico Vaticano II. Sarebbe stato sufficiente questo grande capolavoro per collocare papa Giovanni fra i grandi pontefici degli ultimi secoli.
L’idea di radunare in concilio tutti i vescovi sparsi nel mondo per ridare alla Chiesa, o meglio ai suoi pastori, una vigorosa scossa e ricaricarli di nuova vitalità evangelica, fu uno dei primi assilli del suo pontificato. La stessa idea ebbe anche Pio XII. Un segno dei tempi, dunque. Ma un’idea temeraria che papa Giovanni tenne per sé qualche mese prima di confidarla al Segretario di Stato, Domenico Tardini, da poco elevato all’alta carica, con sorpresa di tutti.
Interpellato dal papa sull’opportunità di indire a breve termine il Concilio, Tardini rimase perplesso, poi rispose che un Concilio, dati i tempi, era quel che ci voleva per la cattolicità. Ma occorreva una lunga preparazione. Tanto bastò perché papa Roncalli, liberato da ogni possibile incertezza, rompesse gli indugi.
Era il 20 gennaio 1959.
Il 25 gennaio 1959, nella basilica di san Paolo, durante l’omelia per la celebrazione liturgica della conversione dell’apostolo delle genti, il grande annuncio, alla presenza del collegio cardinalizio, ivi convocato, e di gran folla di fedeli che gremiva le navate della Basilica: «Venerabili fratelli e diletti figli nostri, pronunciamo innanzi a voi, tremando un poco di commozione, ma insieme con umile risolutezza di proposito, il nome e la proposta della duplice celebrazione di un Sinodo diocesano per l’Urbe e di un concilio ecumenico per la Chiesa universale...».
Il dado era tratto, ora occorreva dare l’avvio al grande progetto con la formazione della commissione preparatoria. E fu presto formata con un trio di abili guide: il segretario di Stato Tardini, il latinista Pericle Felici e il bergamasco Gustavo Testa: tre diversissimi temperamenti che messi insieme diedero prova di saperci fare. E il 24 dicembre 1961 il papa può finalmente firmare la Bolla di
promulgazione del concilio ecumenico Vaticano II.
La solenne apertura porta la data dell’1l ottobre 1962. I Padri conciliari sono 2498. Le solenni sessioni plenarie si svolgono nella navata centrale della basilica di S. Pietro.
Abituati come siamo ai voli transoceanici di Paolo VI e di Giovanni Paolo II, non ci stupiremo più di tanto di un breve viaggio in treno da Roma a Loreto e da qui ad Assisi. L’uscita da Roma di papa Giovanni, il 4 ottobre 1962, per un viaggio in treno di non oltre 600 km colse tutti di sorpresa. Figuriamoci la costernazione di quanti dovevano badare alla sicurezza del papa, che rompeva una tradizione di «vita sedentaria» dei pontefici durata più di un secolo.
Durante il tragitto, il treno speciale allestito dalla sera al domani, compì brevi soste per dar modo alla gente di salutare il papa che protendeva la mano dal finestrino a benedire e a far cenni di saluto.
Nelle intenzioni del papa non c’era ovviamente un bagno di folla, ma l’implorazione alla Madre del Redentore per la buona riuscita del concilio ecumenico.
Dopo Loreto fu la volta di Assisi, alla tomba di san Francesco di cui ricorreva quel giorno la festività. Vi giunse verso sera, stanco ma sorridente. Sostò a lungo in preghiera davanti alla tomba del santo «modello e compendio della santità cristiana di tutti i tempi ». Un’ultima benedizione ai numerosi fedeli raccolti nel piazzale al lato della basilica inferiore prima di riprendere a notte fonda la via del ritorno.

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