Servizio Speciale
Altro che "buono'
di P. Francesco di Calloni
Parte seconda ed ultima
Ultimo in glorificazione è Papa Giovanni XXIII. Era chiamato buono, ma come rompeva pure lui!
Non era facile stare con lui; driblava volentieri cerimoniale e tradizioni, imprevedibile nelle sue scelte che lasciavano di stucco i cerimonieri e segretari, ma entusiasmava la gente che lo amava.
Così, patriarca a Venezia, spesso lasciava il patriarcato e, in incognita, andava al mercato di Rialto a parlare con la gente, ad interessarsi della loro vita.
Appena eletto papa, i cardinali , secondo il cerimoniale, si inginocchiano davanti al neo eletto e gli baciano la mano e i piedi. Papa Roncalli dice risolutamente: «Domattina non voglio baci ai piedi!».
Il segretario Loris Capovilla: «Santo Padre, sarà meglio che lasciate libero corso al protocollo come sta, poi lo cambierete». Ma la sua brusca reazione fu: «Questo rito non lo voglio». E non ne volle più sapere.
Papa Giovanni di solito leggeva il discorso che altri avevano redatto su suoi appunti. Quand'erano lunghi, non esitava a troncarli a metà e proseguire a braccio come accadde il 23 aprile 1961 con i lavoratori del porto di Genova.
Ad un certo punto, sollevando lo sguardo dai fogli, si accorse che i presenti davano segni di noia. Allora porgendo i fogli al segretario, mormorò: «Ho capito; tenga, questi non mi servono più». Si tolse gli occhiali e proseguì il discorso liberamente tra uno scrosciante battimano.
La Chiesa ha oggi un nuovo santo.
Molti cristiani si pongono oggi, con particolare angoscia il problema della credibilità della Chiesa, angustiati dal fatto che, a loro parere, la Chiesa non direbbe più nulla all’uomo d’oggi e sono perciò alla ricerca di ciò che può darle credibilità.
Taluni insistono soprattutto sull’impegno socio-politico, convinti che la Chiesa sarà credibile per gli uomini d’oggi, soprattutto per i poveri, se farà una “scelta di campo”, una “scelta di classe”, magari anche una “scelta marxista” in favore dei poveri. Io sono convinto, invece, che la credibilità della Chiesa è legata soprattutto alla “scelta della santità”. Essa sarà credibile se sarà santa, se sarà capace di produrre santi.
Il santo è un vero miracolo morale: ha una fede capace di sostenere, senza cedere, il silenzio di Dio; possiede una speranza che non si lascia abbattere dagli smacchi e dalle delusioni; indossa una carità che lo scioglie di fronte alla miseria del suo prossimo.
Tutto questo non è possibile con le sole forze umane. L’uomo, da solo, può essere un eroe o un saggio, ma non un santo. Può compiere imprese eroiche, gesti straordinari. Ma la santità non solo si trova ad un livello più alto, ma - quel che è più importante - differente. Il santo non solo è più grande dell' eroe e del saggio: è un’altra cosa.
“Per fare di un uomo un santo - diceva Pascal - ci vuole la grazia di Dio e chi ne dubita non sa né cosa sia un santo, né cosa sia un uomo”.
Se guardo la storia della Chiesa rimango sbalordito dalla quantità e qualità dei santi. Con questo non voglio dire che non esistano santi al di fuori della Chiesa cattolica. Ma, soprattutto nei momenti bui della sua storia, la Chiesa reagisce con quello che essa ha di più proprio, con quello che le resta quando tutto sembra perduto: la santità.
Dite ai Testimoni di Geova, che continuamente vi infastidiscono con le loro insinuanti richieste: «Mostratemi i vostri santi!». Non ci può essere credibilità per una Chiesa che non è capace di sfornare santi.
Non credo alla Chiesa per le sue scelte politiche o sociali.
Non amo la Chiesa perché è abile ad inserirsi in un gioco diplomatico tra le grandi potenze; né perché ha un papa che nei suoi viaggi è capace di raccogliere folle oceaniche. Ma amo la Chiesa perché in continuazione produce santi, i quali hanno anche il compito di rendermela credibile.
In questo servizio speciale presentiamo la figura del nuovo santo. Non è certamente completa. Solo alcuni capitoli che però sono sufficienti per intuire la grandezza di questo papa.
Lo chiamavano "buono". Ma con una vita così eroica, altro che "buono".

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