Luce e colore per l'ammalato
Testo e foto di P. Francesco Calloni
Parte prima
Nell'ospedale di Casalpusterlengo (Lo) la cappella colora l'atmosfera con le splendide suggestioni delle nuove vetrate. È il Cantico delle creature per chi soffre.

Di ospedali padre Masseo Rudoni la sa lunga. Lunga come la sua barba che spesso liscia e incornicia un volto che sembra uscire dalle pagine profetiche dell'antico Testamento.
Dei 50 anni di vita sacerdotali, 25 li ha passati scarpinando nelle corsie di ospedali. Ne ha sentite di tutti i colori: dalla rassegnazione sofferta e segreta alla rabbia stizzosa e disperata.
Conosce la psicologia dell'ammalato meglio di un medico e i risvolti dell'animo quando il corpo viene inchiodato ad un letto.
Dice spesso che l'umanità si sarebbe sbranata chissà quante volte se ogni tanto l'uomo non venisse fermato in un letto in attesa dei ferri del chirurgo.
Qui ha la possibilità di riflettere, pensare, calmarsi.

Nella foto: la cappella dell'ospedale.
Nella foto: P. Masseo accanto ad una piccola ricoverata
Nell'ospedale di Casalpusterlengo la sala che prima vedeva corpi offerti all'abilità del chirurgo, ora è diventata il luogo dove l'ammalato ha la possibilità di offrirsi al Facitore di ogni cosa. Può tentare, iniziare, continuare il dialogo dello spirito. Qui le lacrime scivolano, ma si asciugano anche; trovano un significato e ridisegnano una speranza.
Ogni oggetto della cappella di ospedale ha dunque l'importanza di una pedagogia discreta e leggera.
P. Masseo vuole dare un messaggio anche con la luce che entra ampia e sonora dalla campagna profumata circostante. Vuole che si materializzi in immagini stimolanti, ma delicati; le figure dovrebbero parlare con la danza dei ritmi e la melodia dei trapassi tonali. Cose per palati fini. Difficile il concepimento. Più ardua la realizzazione.
Troppe analoghe cappelle grondano sdolcinate e caramellose raffigurazioni; "santini" per animucce dulcorate e pronte alla lacrima facile. Il cappellano cappuccino ha grinta; tenta un linguaggio nuovo; si prepara ad una critica che tutte le cose vere e belle scatenano nel vuoto del pensiero e del sentimento.

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