Giubileo e carcerati
Ammazza tu che ti sbudello anch'io!
di Spartaco Francesco Ciccotti
foto Alberto Marinetti
BRASILE 500 anni dalla scoperta Prima parte
Una terrificante denuncia della delinquenza brasiliana. A cinquecento anni dalla scoperta il Brasile deve affrontare la criminalità minorile e anche quella dei suoi poliziotti...
Un gesuita tenta il ricupero dei giovani carcerati con la lettura dei "Promessi Sposi".

Una delle iniziative della Chiesa brasiliana è, durante la quaresima, la “Campagna della Fraternità”. Nelle parrocchie e nelle scuole hanno luogo discorsi, lezioni, discussioni, riunioni di studio. Qua e là manifesti. Nei mass media tutte le presenze possibili, perfino, fino a qualche anno fa, quella del Papa.
È una mobilitazione annuale dei cattolici per prendere coscienza - e diffonderla nella società - di uno o l’altro problema nazionale. Si propongono soluzioni, che a volte finiscono per essere adottate dal governo e dalla popolazione.
Durante le sei settimane i cattolici praticanti approfondiscono il messaggio e comprendono meglio quanto la loro fede è attuale e incarnata nel divenire del mondo. Quelli che non praticano e quelli di altre fedi vengono per lo meno informati di quanto la Chiesa Cattolica crede e fa.
Il tema della campagna è scelto dall’assemblea dei vescovi. Uno dei più commoventi è stato quello: “La Fraternità e i Carcerati”.
Mai prima di allora si era parlato tanto dei detenuti, non per negarne i reati, ma per denunciare la situazione sociale, in molti casi responsabile della loro infanzia miserabile e della disperazione che li possedeva da adulti, e anche per denunciare le condizioni subumane di molte prigioni.
Mai prima d’allora si era insistito sull’insegnamento della Chiesa che la prigione non deve distruggere l’uomo, ma ricostruire la persona umana che ha commesso un reato e restituirlo alla società.
La citazione dei testi biblici, soprattutto evangelici, è stata enorme: prigioniero semischiavo era stato il popolo di Israele in Egitto e Dio l’aveva liberato; prigioniero è stato il Cristo, Lui che dirà: «Fui prigioniero e mi visitaste», Lui che è venuto per perdonare, curare, riconciliare, non per accusare, giudicare, condannare; Lui che ha pregato: «Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno».
E si proclamava: ogni persona umana e più grande della sua colpa e tutti i carcerati sono recuperabili.
E si ricordava che anch’essi sono nostri fratelli e che gli scandali finanziari, per lo più impuniti, erano, per il patrimonio dei cittadini e della società, dieci volte più grandi e più dannosi di tutti i furti dei carcerati.

Nella foto:ragazzini nelle carceri brasiliane.
Statistiche macabre

Tuttavia la compassione per i condannati non toglie che il fatto della criminalità, in particolare di quella brasiliana, della quale ci stiamo occupando, e le sofferenze che essa causa per lo più a innocenti, siano una realtà che sarebbe meglio se non fosse mai esistita.
Specialmente quando si tratta di omicidi, torna a galla l’eterna discussione fra coloro che non ammettono la pena di morte perché la vita umana è sacra e quelli che la ammettono perché le vite delle vittime che cadono sotto i colpi dei criminali sono più numerose e non meno sacre.
In Brasile, che conta una popolazione di 162 milioni, negli ultimi dieci anni sono stati commessi 350.000 omicidi, con una distribuzione diversa secondo i diversi Stati. Soltanto nel 1997 sono stati commessi oltre 40.000 omicidi, dei quali il 38,8% nelle regioni metropolitane di San Paolo e di Rio de Janeiro.
Il tasso calcolato per il 1997 è di 25 per 100.000, con picchi di 36 nello Stato di San Paolo e di 59 in quello di Rio de Janeiro. Come riferisce il Rapporto USP, il tasso sarebbe di 55,7 nella regione metropolitana o Grande San Paolo. (In Italia il tasso di omicidi è di 4, in Spagna di 0.19).
Sono tassi altissimi, specialmente se confrontati con quelli delle altre nazioni. Alcuni omicidi sono perpetrati da bande specializzate, per esempio da assaltatori e assassini di autisti di autocarri per rubare veicolo e carico.
Se si considerano i giovani tra i 15 e i 29 anni, il tasso brasiliano è di 44.8 per 100.000. Gli Stati di San Paolo e di Rio de Janeiro accusano tassi assurdi di 134 e 215. Perciò O Globo osservava: “È probabile che fra non molto ci sia scarsità di maschi”.
E un articolo della rivista Epoca sulla difficoltà delle donne a trovare marito, dato che nel Paese c’è un’eccedenza femminile di 3 milioni, notava che la causa dello squilibrio non è solo la maggior durata di vita delle donne, ma anche il fatto che i maschi giovani sono le vittime più frequenti della violenza.
Mentre i sequestri di persona - non i rapimenti dei bambini - sono diminuiti, scendendo nello Stato di San Paolo a una dozzina all’anno, sono all’ordine del giorno nelle varie città i sequestri-lampo.
La vittima viene fermata, costretta ad andare con i banditi allo sportello automatico della propria banca, ritirare il denaro e consegnarlo al rapitore.

Nella foto:ragazzini nelle carceri brasiliane.

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