Parla l'esperto
Gay orgogliosamente
di Vittorio Zonca
Parte seconda ed ultima
Come ho già detto più sopra, sono rari gli omosessuali effemminati. La stragrande maggioranza non è assolutamente riconoscibile. Lo stile di vita è normalmente identico a quello delle altre persone. Questo è facilmente comprensibile dal fatto che, se le statistiche mondiali indicano in oltre il 5% la popolazione gay, ben difficilmente ci si accorge di loro.
Quando parlo di individui omosessuali intendo quelle persone le cui preferenze erotiche si rivolgono solo ed esclusivamente, verso soggetti dello stesso sesso. Diverso è il comportamento omosessuale occasionale di un soggetto etero-sessuale.
In quest’ultimo caso siamo di fronte a pratiche di gioco, di divertimento o di vizio. È scientificamente appurato che una certa dose di omosessualità, soprattutto nella fase adolescenziale, è presente in ciascuno di noi, anche se il saperlo può dare un certo fastidio.
L’omosessualità si sviluppa, in linea di massima, attraverso alcune fasi.
Già molto presto negli anni il soggetto si accorge di provare pensieri, sentimenti, idee, fantasie e attrazioni ambigue per soggetti dello stesso sesso. Questo crea confusione, ansia e paura che gli altri si possano accorgere di quanto psicologicamente gli sta accadendo.
Nell’adolescenza questi problemi si fanno più intensi, creando sensi di colpa, sentimenti di diversità sociale. Può instaurarsi la depressione. Non sono affatto rari i casi di suicidio.
Il soggetto si domanda: "sono gay? Sono lesbica?". Tenta rapporti etero-sessuali per chiarire i propri dubbi. Si informa sull’omosessualità, si confronta con i propri coetanei. Lotta dolorosamente con la propria identità sessuale.
In una fase successiva comincia ad ammettere a se stesso di essere gay o lesbica. Tollera la sua nuova identità. Sperimenta la sessualità con soggetti dello stesso sesso.
Comincia ad autodichiararsi alle persone verso le quali ha fiducia. Cerca gruppi di ragazzi con cui può condividere le sue esperienze. Si considera comunque immaturo e spesso è tormentato dai sensi di colpa e riflette sulla sua mo-
ralità.Nella fase susseguente più che tollerare la sua omosessualità, l’accetta. Cerca delle relazioni significative.
Ha ormai chiari i suoi bisogni e i suoi desideri sessuali. Sente la necessità di aprirsi alle persone eterosessuali. Quando gli è possibile, e se non lo ha ancora fatto, ne informa i genitori.
L’ultima fase è quella della piena accettazione e integrazione. Non solo accetta, ma preferisce la nuova identità. È orgoglioso di essere gay.
L’autostima è completa e integrata. Rivendica apertamente i suoi diritti e un posto adeguato nella società.
Ma non sempre queste fasi si concludono. Molti si bloccano prima e vivono tormentati dalla loro condizione, in uno stato di perenne conflitto, spaventati dai loro prepotenti impulsi, angosciati dal timore di essere riconosciuti dagli amici ignari o scoperti dai colleghi inconsapevoli.
S’innamorano senza essere incapaci di dichiararsi, convinti di un sicuro rifiuto se lo facessero. Altri, per la disperazione, conducono un’esistenza dicotomica, fatta di giornate regolari e irreprensibili e di notti cariche di perdizione, in locali gay, nelle quali consumano del sesso sfrenato ma insoddisfacente, seguito dal veleno amaro del dopo avventura, che li svilisce e li mortifica.
Gli antichi greci esprimevano con tre parole diverse l’amore: l’eros, l’amore sessuale e corporale; l’agape, l’amore sentimentale e filia, l’amore amichevole.
Ebbene, mentre gli omosessuali che hanno superato positivamente tutti gli stadi della loro evoluzione, sanno esperimentare globalmente queste tre caratteristiche dell’amore, per gli altri, il sesso resta distinto, problemico, incompleto e infelice.
Come abbiamo visto, non è facile vivere da omosessuali e lo è ancora meno in una società che, in buona parte li rifiuta.
Perciò, più che giudicare, dovremmo tutti tentare di capire meglio e di più, ampliare la nostra tolleranza ed espandere l’amore amichevole (filia) degli antichi greci per questi nostri fratelli, un poco diversi da alcuni di noi.

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