Parla l'esperto
Gay Orgogliosamente
di Vittorio Zonca
Parte prima
L'omosessualità non è una scelta. E non è facile vivere da omosessuali e lo è ancor meno in una società che, in buona parte, li rifiuta.

Quando siamo in metropolitana o sul tram o su un autobus, non siamo soli: mediamente viaggiamo sullo stesso mezzo, o nel medesimo vagone, insieme con una cinquantina di persone. Ebbene, circa tre di queste persone, sono omosessuali. Noi non ce n’accorgiamo.
Salvo pochissimi soggetti eccezionalmente effemminati, gli altri non si distinguono, né per tratti somatici, né per comportamenti specifici, da quelli così detti “normali”.
Secondo le statistiche, nei Paesi occidentali, circa il 4 % degli uomini è gay. A questa cifra dobbiamo aggiungere le lesbiche che sono il 2% circa. Quindi, i cittadini omosessuali, fra maschi e femmine raggiungono il 6% circa della poplazione.
Se prendiamo in considerazione anche il fatto che, sempre secondo le statistiche, il 37 % degli uomini non omosessuali, dopo la pubertà, ha avuto almeno un rapporto sessuale con una persona del proprio sesso, dobbiamo convenire che l’omosessualità, come caratteristica primaria o come comtamento, è un aspetto umano di una certa rilevanza.

Nel passato il problema era sottovalutato o bollato come una perversione di pochi. Gli omosessuali si nascondevano e si sentivano in colpa. Oggi le cose sono cambiate. Il velo dell’ipocrisia si è fatto più trasparente. I “gay” rivendicano il diritto di esistere e pretendono considerazione e rispetto.
Si organizzano, si mostrano, sfilano. Attori, scrittori, stilisti, manager, uomini politici, e perfino alcuni ministri europei, dichiarano la loro preferenza sessuale. Nel prossimo futuro questa ‘escalation’ si farà più intensa. Saranno sempre di più i soggetti che si sentiranno liberi di esprimere le proprie inclinazioni e sempre meno quelli che fino ad oggi si costringevano a nasconderle.
Così scopriremo, con sorpresa, che il nostro vicino di casa, il salumiere, il postino, il colonnello, il medico di famiglia, la farmacista ecc. è omofilo. La società è in rapida evoluzione, quindi, ognuno di noi sarà costretto a rivedere i propri pregiudizi, ad aggiornare le sue opinioni ed ampliare le proprie conoscenze.
Io sono uno psicologo e non un moralista, quindi non esprimerò giudizi d’alcun genere, ma cercherò di spiegare, un poco, che cos’è l’omosessualità.
Per definizione, l’omosessualità è l’attrazione sessuale per una persona del proprio sesso.
Non è una malattia. Fino ad un decennio fa, compariva ancora come una patologia psichiatrica nelle liste del DSM (manuale internazionale di diagnostica). Ora non più. Resta ancora definita una patologia, l’omosessualità egodistinica, ovvero il disturbo psicologico di cui soffre un soggetto omosessuale che, per ragioni morali o altre, non accetta la sua omosessualità.
L’omosessualità non va confusa con il transessualismo, che è cosa completamente diversa, della quale parlerò nell’articolo successivo.
L’omosessualità non è una scelta. Non è assolutamente possibile che un uomo si svegli la mattina e decida di diventare omosessuale. Egli ha solo costatato che i suoi desideri affettivi ed erotici s’indirizzavano verso persone del proprio sesso sebbene la famiglia, la scuola, i coetanei, la chiesa, buona parte della società, denigrassero, ridicolizzassero e colpevolizzassero questo tipo di esperienze e lo spingessero in senso opposto.

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