A proposito delluccisione di don Peppino Diana avvenuta l'anno scorso, festa di san Giuseppe, ho letto un commento di questo tipo: "È stato assassinato in sacrestia. Come se la mano che ha sparato gli volesse ricordare che il suo posto, il posto di un prete, è la sacrestia. Questo parroco invece dalla sacrestia usciva tutti i giorni. Per comunicare con la gente, con il suo popolo, per condividerne i bisogni, per denunciarne le sopraffazioni".
Tornano alla mente i nomi e i volti di persone che sono state eliminate perché la loro presenza dava fastidio a chi ha scelto di costruire il proprio benessere sullingiustizia. Il Papa ha adoperato una parola antica: martirio. Martire significa testimone, colui che in un processo dice quello che ha visto e ha sentito e lo fa perché la verità e linnocenza di chi è sotto accusa siano riconosciute.
Da sempre Dio è sotto accusa: ogni sofferenza, ogni dolore, ogni forma di ingiustizia esigono una spiegazione: Perché succede questo? Perché nel mondo è presente il male? Perché lascia che un figlio venga rovinato dal proprio papà e un ragazzo sia massacrato con una sbarra di ferro e una crocerossina venga uccisa mentre presta attenzione a degli ammalati? Da che parte sta Dio?
Il martire, il testimone dice: Io ho capito che Dio è dalla parte di chi soffre e cerco di fartelo vedere con la mia vita; ho capito che Dio è vicino anche a chi sbaglia e riconosce di avere sbagliato e vuole cambiare vita; per questo credo che il bene è più forte del male e il perdono è più forte dellingiustizia. Io ti dico da che parte sta Dio.
Abbiamo ascoltato nella seconda lettura le parole che lapostolo Pietro rivolgeva alle prime comunità cristiane che incominciavano a sentire il peso della persecuzione.
"Cristo patì per voi; ha sperimentato nella sua carne di uomo vero le conseguenze dei nostri peccati e della malvagità che cè nel mondo. Dalle sue piaghe siete stati guariti; infatti guardando alle sue ferite scoprite da che parte sta Dio. La forza di questo amore libera il cuore dallegoismo e dal peccato. Cristo infatti ci ha lasciato un esempio perché ci comportiamo come lui".
Potremmo pensare: Sì, sono belle parole; ma intanto chi è furbo continua a vincere, chi grida forte trionfa sempre, chi ha i soldi si diverte come meglio crede, e per chi muore, un bel mazzo di fiori. Gesù ci dice da che parte si mette Dio; ora tocca a noi domandarci da che parte ci mettiamo.
Il Vangelo ci presenta due persone, tutte e due attente a Gesù. Maria intuisce che tutta la sua vita è legata allaffetto che questo Gesù ha e compie un gesto di estrema fiducia: versa sui piedi di Gesù un profumo molto costoso, un qualcosa che forse custodiva gelosamente da tempo.
Giuda invece vede solo una occasione sciupata: trecento denari buttati via; trecento denari, quanto si poteva mettere da parte con un anno di lavoro!
E' pesante il commento che ne fa levangelista: "Questo egli disse perché era ladro". Il ladro è colui che pensa solo al proprio vantaggio immediato: è importante quello che serve a me; se gli altri soffrono, non mi interessa.
Maria, perché si fida dellamore di Dio, è pronta a donare tutto. Giuda è preoccupato solo di prendere tutto.
In questa Domenica che inizia la settimana santa si usa portare a casa un ramoscello di ulivo benedetto; è un modo per dire: Mi fido anchio dellamore di Dio che Gesù crocifisso mi rivela; e voglio anchio essere come una goccia di profumo.
Goccia di profumo è limpegno quaresimale per aiutare il Terzo Mondo; goccia di profumo è la telefonata per gli auguri di Pasqua a chi da tempo ti crea problemi; di gocce di profumo ce se sono tante, basta avere un po' di fantasia .