Popoli

Alla ricerca dei SANTONI

di Beatrice Giorgi

I Baba (o santoni) sono al di sopra delle caste. Vivono fuori dalla società. La gente li considera incarnazioni del Dio e attribuisce loro poteri soprannaturali. La rinuncia ai piaceri del mondo li pone al di là delle leggi umane. Per questo sono temuti e venerati. Ogni stranezza è segno di sacralità. Ogni parola è parola di Dio.

Sonnecchio tra le braccia di Shiva, osservando le nubi che s’impigliano sulle creste dello Shivling. S’ode solo il rumore del vento che spazza la morena del Gangotri Glacier e lo sbatacchiare furioso dell’alto tarchiòg, la bandiera votiva alla cui base mi sono rannicchiato. Trenta metri più in basso scorre il torrente che bagna le quattro casupole di Tapovan prima di precipitare nel ghiacciaio da cui, con fragore violento, nasce il Gange. Questo è uno dei luoghi più sacri della terra. Qua e là lingam di pietra indicano la strada ai pellegrini, l’accesso a questa immensa cattedrale dove la volta è il cielo, le pareti i 7000 metri dello Shivling e dei Baghirati.
Mi trovo su di un terrazzamento formato dal confluire delle morene del Gangotri Glacier e dello Shivling, inverdito a brughiera dall’umidità che ristagna. Alle mie spalle un ghiacciaio vero e proprio, in un marasma di giganteschi massi, pinnacoli e laghetti color turchese che impercettibilmente si muovono, si scompongono e ricompongono all’infinito per i suoi oltre quaranta chilometri di lunghezza.

Qui vive un Baba, in romitaggio, da oltre una decina d’anni. E poi una donna, una santa così dicono, che ho intravvisto arrivando, la pelle incartapecorita da molti implacabili soli, annerita ai fuochi di interminabili giorni solitari.
Tapovan, prima di essere un luogo è uno stadio della mente; un sogno, materializzatosi nella notte di tempi remoti, come espressione della sacra e magica parola “OM” pronunciata dal Dio.
"In origine tutto era OM", mi dice il Baba con un gesto ampio della mano ad indicare l’universo. E nel silenzio della grotta, le sue parole vibrano come l’afflato della vita. La pioggia ha preso a cadere con insistenza e le nubi si sono ingoiate ogni cosa, riducendo lo spazio a pochi metri oltre la porta.

Foto Calloni

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