Religione

Luna di miele col saio

testo e foto di Alberto Marinetti
parte sesta

Qualcuno mi faceva notare: Non credere… non è tutto oro ciò che luccica. Abbiamo le nostre difficoltà. Siamo alle prime battute. Viviamo l’euforia degli inizi, la novità, la giovinezza di un’opera nuova dello Spirito. Forse tutte le iniziative di Dio devono passare per questa fase d’entusiasmo. Un po' come quando ci si sposa: una specie di luna di miele con Cristo! Ma dobbiamo crescere, lasciar cadere i petali e dare i frutti”.
Mi trovo nello studio di padre Pancrazio. Sorella Laura ha insistito tanto perché incontrassi questo frate-papà, che parla dimesso, abituato a solcare i mari dello spirito con i piedi per terra. “Ho vissuto il travaglio del ’68, del post-Concilio. S’è creduto che, rinnovando la facciata, si facesse nuovo l’intimo dell’uomo. Invece: secolarizzazione, spiritualità in caduta libera, attivismo, esodo di preti e suore. E Lui, il Cristo, continua a dire tra le macerie spirituali: Senza di me non potete fare niente.

Non perché Gesù voglia fare la prima donna… È la preghiera che conta: ci mette davanti a Dio nella nostra verità. Sono stato discepolo di padre Pio. Un giorno del 1959 mi fa avere un bigliettino: “Non essere talmente dedito all’attività di Marta da dimenticare il silenzio di Maria”. Poi mi guarda con tenerezza: “Coraggio! Lo Spirito è vivo e vegeto”. Guarda qui che fioritura. Quando tutto crolla attorno è perché Dio vuol occupare tutta la scena della nostra anima”. Lo dice a me o a questa società orfana e distratta? Mi saluta con la sem plicità di un papà, un bacio per guancia, una stretta di mano che trasmette calore.
I suoi figli l’attendono in cappella per le Lodi.


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