Chiese del nostro tempo

QUELLI CHE ASPETTANO GESU'

Avventisti del 7° Giorno

testo di Jenny Vestri Boncori

foto di Sergio Pessot

parte quinta

Sembrava una scena da Medioevo. Fui io a salvare quello che potei, a costo di rimanere ustionata. In quell’occasione aprii gli occhi: mi guardai attorno e all’improvviso quella casa piena di santi e di immaginette mi sembrò l’espressione di un vero fanatismo religioso. Riflettei sulle continue costrizioni che io e miei fratelli avevamo subito e cominciai a sentirmi più vicina a mio padre, se non altro per la libertà di scegliere che ci aveva sempre concesso.
Al liceo, con lo studio della filosofia, arrivò un altro “taglio” con il cattolicesimo tanto che vissi gli anni dell’università da agnostica. Poi conobbi mio marito, figlio adottivo di una famiglia di metodisti.

Mio marito aveva conosciuto un pastore avventista e già si era avvicinato a questo culto. Cominciai a leggere qualche libro sull’argomento anche se la scelta decisiva avvenne quando lessi la Bibbia che fino ad allora avevo conosciuto solo attraverso il “filtro” del cattolicesimo. Da allora non ho più lasciato questa Chiesa anche se ha comportato, soprattutto per il rispetto del sabato, pesanti rinunce in campo professionale".
La storia di Anna nella Chiesa avventista nasce, quindi, da una esperienza negativa personale, dal bisogno di libertà, dal desiderio di credere senza cedere agli stereotipi e alle risposte facili. "Nel rispetto di tutti", si affretta a precisare, "perché Dio ha donato agli uomini la libertà di scelta e tutti coloro che si impegnano a portare gli uomini a Cristo, di qualunque confessione siano, meritano grande considerazione".

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