Chiese del nostro tempo

QUELLI CHE ASPETTANO GESU'

Avventisti del 7° Giorno

testo di Jenny Vestri Boncori

foto di Sergio Pessot

parte seconda

Perché “Avventisti del Settimo Giorno”? Anna Guzzardi, diacona della Chiesa, accorre in aiuto: "La nostra è una chiesa giovane e come tante altre chiese evangeliche non si identifica in una cultura o in una nazione. Tuttavia l’America nasce da una lettura protestante della Bibbia, una lettura nella quale il credente, senza la mediazione di alcun magistero, applica a se stesso e al proprio vissuto gli insegnamenti del testo biblico".
Ma questa spiegazione può valere per tante altre chiese nate dalla Riforma: che cosa ha di particolare questa Chiesa? Non bastano gli schermi giganti (che ho visto solo qui) e questo pubblico multietnico e giovanissimo a far capire la differenza.
Come spesso accade le risposte si trovano nella Storia. Quando il capitano William Miller, agricoltore del Massachusetts, tornò a casa nel 1814, era sconvolto.

Aveva combattuto contro gli inglesi per l’indipendenza della sua America, aveva fatto il suo dovere fino in fondo, ma questo non gli impedì di vedere la violenza e la drammaticità di una guerra, per quanto “giusta” potesse essere. La sua fu una vera crisi esistenziale e le risposte di natura religiosa che lo avevano sostenuto fino a quel momento gli apparvero all’improvviso insufficienti. Decise, così, di cercare nella Bibbia il significato della vita umana.
Dice Anna Guzzardi: "Miller impiegò due anni per studiare le Sacre Scritture e alla fine giunse alla conclusione che Bibbia si spiega solo con la Bibbia, perché essa costituisce un’unità e contiene in se stessa tutto quanto è sufficiente per comprenderla".
Miller, influenzato dalla generale preoccupazione sul senso della Storia e la fine del mondo, rivolse l’attenzione ai libri del profeta Daniele e all’Apocalisse.
In particolare, dal libro di Daniele dedusse, sulla base di calcoli cronologici che il ritorno del Cristo e la conseguente fine del mondo si sarebbero verificati tra il 1843 e il 1844.
Da uomo responsabile qual era, Miller tenne per sé questa “scoperta” e andò avanti con gli studi per verificare la correttezza della sua interpretazione. Fino al 1831, quando davanti a una comunità che lo aveva invitato a predicare, in modo del tutto fortuito, rivelò la sua convinzione.

Nella foto: l'entrata della chiesa avventista del 7° Giorno a Milano.

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