La capacità dei genitori di giocare con i propri figli è un buon indice di armonia familiare ed è uno dei criteri per la garanzia della salute psichica dei figli. Daltra parte i genitori sono capaci di giocare con i loro figli se nella loro infanzia sono stati capaci e liberi di giocare. In particolare, è capace di giocare con il bambino quel genitore che, pur restando adulto, sa in qualche modo re-gredire alletà infantile.
Tale capacità è considerata come uno dei criteri significativi per decidere laffidamento di un bambino nelle cause di separazione tra i genitori.
Ci sono purtroppo genitori che considerano il gioco come un di più, come un premio da concedere e che quindi va meritato. In realtà il bambino ha diritto di giocare. È perciò importante che i genitori sappiano favorire, incoraggiare e valorizzare il gioco dei loro figli.
Ma i genitori, di tanto in tanto, non solo devono saper giocare con il bambino, ma devono lasciarlo giocare. La presenza del genitore deve essere discreta e non deve comportare una sistematica programmazione e direzione del gioco. Anzi, quando un organizzatore è costretto a mettersi nella posizione di animare il gioco, questo significa che il bambino o i bambini non sono in grado di giocare in senso creativo.
I genitori devono insomma saper interagire in modo morbido, non impositivo, così da consentire al piccolo la libera scelta del gioco e la piena libertà di espressione. Nel loro desiderio di aiutare, devono evitare di essere invadenti.
Non devono prescrivere il gioco a cui giocare e tanto meno devono imporre una determinata modalità di gioco. Il bambino deve poter giocare secondo le proprie esigenze e non secondo i gusti degli adulti.
Quando gioca, il bambino si crea un suo mondo particolare che non riesce a lasciare facilmente e non ammette intrusioni gratuite. Se ciò avviene, il risultato è che questi, non sentendosi più protagonista e non potendo utilizzare il gioco per lelaborazione dei suoi bisogni interni, si disaffeziona a quanto sta facendo e si ritira in se stesso. Inoltre, in linea generale, non si deve spiegare al bambino come il gioco funziona.
Gli si deve permettere di poterlo scoprire da sé. È, questo, per il bambino un modo per poter verificare il proprio valore e quindi rafforzare la propria sicurezza interiore, base fondamentale per essere poi in grado di svolgere adeguatamente e con piacere i compiti delletà adulta.
In altre parole, nel gioco il genitore deve semplicemente essere in grado di mettersi nei panni del bambino e quindi saper cogliere il suo stato danimo, le sue emozioni, i suoi bisogni, le sue ansie.