C'è giocattolo e giocattolo
Servizio speciale
parte quarta

La scelta dei giocattoli

Mentre nel passato erano i genitori a costruire i giocattoli, talvolta insieme ai loro figli, oggi sono imposti dall’esterno. Sono le esigenze della produzione industriale che, con una pubblicità martellante, mirano a stimolare sia i bambini che i genitori a scegliere i giocattoli con cui giocare. In realtà, i genitori attenti non si devono limitare a comperare i giocattoli suggeriti dalla moda del momento, dai vari serials televisivi o dall’ultimo film di successo.
Devono invece saperli scegliere in base alle effettive esigenze dei loro figli. Ciò, evidentemente, può talvolta comportare l’andare contro le pressanti proposte dei massmedia a cui il bambino fa-cilmente abbocca. Circa la scelta dei giocattoli, è opportuno tenere presenti alcune linee di fondo. Innanzitutto, i giocattoli che vanno messi a disposizione del bambino devono essere adeguati alla sua età.
Regalato prematuramente o tardi-vamente il giocattolo perde di interesse perché non risponde alle effettive esigenze di quel determinato periodo della vita. In modo più specifico, la scelta dei giocattoli deve essere effettuata tenendo conto delle tappe dello sviluppo fisico e psichico del bambino e dell’ambiente in cui vive. In secondo luogo, la gradevolezza del giocattolo non deve essere con-fusa con la sua corrispondenza alla realtà, la sua dimensione e il suo costo.
Non necessariamente il bambino si diverte con il giocattolo più costoso o molto grande o perché è la perfetta riproduzione della realtà. In terzo luogo, è tuttora molto stimolante costruire i giocattoli (pupazzi, animaletti, casette, ecc.) insieme con il bambino, badando però a non prevaricarlo nella fase dell’esecuzione con manie perfezionistiche. Si tratta invece di sostenerlo nei suoi tentativi di creatività.
Il prodotto che deriverà sarà senz’altro da lui apprezzato e amato. In quarto luogo, i giocattoli non devono essere troppi. Sicuramente oggi il bambino dispone di un numero di gran lunga superiore di giocattoli rispetto al passato. Non sempre però questo è positivo. Oggi le abitazioni delle famiglie medie sono invase da giocattoli che nella maggior parte dei casi si rivelano inutili.
Seppellire il bambino sotto una montagna di giocattoli provoca sempre un risultato negativo. La loro sovrabbondanza, tra l’altro, è talvolta la conferma dell’assenza dei grandi nella sua vita. L’impressione che se ne ricava è che l’accumulo dei giocattoli nella sua cameretta sia proporzionale alla sua solitudine.
Volendo essere più precisi, possono essere svariati i motivi che spingono i genitori all’acquisto, quasi maniacale, dei giocattoli:
a) Soddisfare per mezzo del figlio i propri bisogni ludici non vissuti nell’infanzia.
b) Gratificare se stessi a seguito di una frustrazione.
c) Compensare il bambino del tempo a lui non dedicato e quindi tacitare la propria coscienza e superare in qualche modo i sensi di colpa per la scarsa disponibilità di presenza fisica e, di riflesso, affettiva a causa del lavoro fuori casa.
d) Evitare di coinvolgersi con il bambino quando si rientra a casa stanchi e con l’assillo di sfruttare il poco tempo disponibile per mandare avanti il ménage familiare. Si cerca insomma di impegnare il bambino e gli si chiede di stare “buono” e di non disturbare, invitandolo a giocare per conto suo in camera.
e) Ricorrere al giocattolo come baby-sitter, specie i videogiochi, quando si è fuori casa.
f) Incapacità di sottrarsi al martellamento pubblicitario e alla conseguente e contemporanea pressione del figlio che richiede quel determinato giocattolo reclamizzato.
g) Bisogno di essere alla pari degli altri genitori e quindi di non apparire “cattivi” di fronte agli occhi del proprio figlio.
In altri termini, si sommerge il figlio di giocattoli non tanto per andare incontro alle sue vere esigenze, quanto invece per sollevarsi dall’impegno del rapporto con lui e con i suoi piccoli problemi. I giocattoli, insomma, appaiono funzionali più ai genitori che al bambino. Ciò fa sì che si trasformino in una specie di sedativo, se non addirittura di droga, che serve a stordire e ad alienare il bambino.
È dunque da evitare l’overdose dei giocattoli. Non devono mai essere troppi. Riempire la camera del bambino di giocattoli può creargli solo una confusione mentale ed emotiva. Può cioè metterlo nella difficoltà di scegliere e spingerlo alla noia. La verifica di un tale rischio la si può avere quando un estraneo fa visita alla sua stanza.
Il bambino passa freneticamente da un gioco all’altro, senza mai soffermarsi su nessuno in particolare. Il bambino quindi deve potere avere a disposizione solo quei tre o quattro giocattoli che in quel periodo abitualmente usa, gli altri devono essere riposti nell’armadio. La decisione infine di donare un giocattolo deve entrare nell’ottica che mira a promuovere gradualmente il passaggio dal principio di piacere al principio di realtà.
Il regalo, in linea di massima, deve dunque essere giustificato, meritato.


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