Nelletà della fanciullezza si affermano i giochi di gruppo e con regole. Viene in tal modo avviato un sottile rapporto di equilibrio tra il soddisfacimento dei bisogni dellIo e il riconoscimento della vita sociale.
Il fanciullo ormai accetta lesistenza delle regole, ne scopre anzi lutilità per una maggiore efficienza del gioco.
Inoltre avverte il piacere dello stare in gruppo con il conseguente riconoscimento delle esigenze degli altri che devono essere rispettate. I giochi con regole e con ruoli ben definiti possono essere usati anche per allontanare, celare o evitare le fantasie sessuali o aggressive. In questo caso, ciò non rappresenta tanto un gioco, quanto una difesa contro il gioco stesso.
Nelletà della fanciullezza i giochi strutturati assumono sempre di più la caratteristica di giochi competitivi che permettono al fanciullo dimparare a esprimere e allo stesso tempo a controllare la propria aggressività.
Oltre che con i coetanei, il fanciullo ama fare i giochi di competizione con i propri genitori e ciò allo scopo di elaborare la propria ambivalenza pulsionale nei loro confronti. In questi giochi talvolta ha assoluto bisogno di vincere per potere rafforzare la stima di sé, che avverte minacciata dagli interventi dei genitori, altre volte invece ha bisogno di perdere per assicurarsi che il genitore con cui si confronta non corre pericolo dalla sua aggressività, perché è comunque il più forte e a lui si può quindi anche appoggiare.
Successivamente, nelletà adolescenziale, oltre al persistere e al rafforzarsi dei giochi competitivi di gruppo, strutturati da regole e ruoli ben precisi, sono molto cercati i videogiochi.
Attraverso di essi ladolescente, che sta vivendo una tipica fase di dubbio, di insicurezza e di sperimentazione circa il valore di sé, si misura con la propria capacità e con la fortuna. Il vincere in questo tipo di giochi è vissuto come un segno di un favore del destino, come un essere baciati dalla fortuna, e ciò rafforza la stima di sé.