La storia e l'arte
L'interno della chiesa

LA "SISTINA" DI MILANO

di Ferdinando Zanzottera
Parte quinta

Tutto questo cornicione fu decorato con elementi istoriati e fu eseguito seguendo i disegni fornitigli dallo stesso ingegner Seregni.
Purtroppo la documentazione storica non fornisce elementi utili per stabilire se le decorazioni eseguite da questo maestro siano le stesse ritrovate dall’Annoni, all’inizio del nostro secolo “sotto il piano dei campi” , e che lui datava come opere eseguite nel XV secolo.
Queste sculture sono andate smarrite e di esse si conserva solamente una formella raffigurante la Pietà, murata nella parete meridionale del Cortile delle Elemosina. È probabile che il ritrovamento dell’Annoni, avvenuto nel corso della costruzione della prima autostrada italiana, riportò alla luce le opere eseguite dal maestro Hieronimus de Aldis, che realizzò in “cotto tutto il chiostro”. I monaci ritennero fondamentale l’opera di questo artista, tanto che vollero che egli abbandonasse ed interrompesse i lavori che stava già eseguendo in altri monasteri entro 15 giorni dalla data di stipulazione del contratto.
Entro tale termine, inoltre, doveva iniziare i lavori, da eseguirsi con una certa urgenza e velocità. La volontà dei monaci di terminare i lavori in un breve tempo è ben visibile anche nella penale di 200 scudi d’oro che il maestro Hieronimo avrebbe dovuto versare nel caso in cui non avesse ottemperato alla scadenza prefissata dal priore. Tale somma era quadruplicata rispetto alle usanze monastiche, che fissavano in 50 scudi l’ammontare della penale.
I lavori nel Grande Chiostro furono eseguiti con rapidità ed è testimoniata la presenza di numerosi artisti che vi lavorarono assiduamente. Si tratta di capomastri o maestri i cui nomi sono rintracciabili in altri cantieri lombardi, che con la loro pratica artigianale e con la loro maestria contribuirono ad edificare il monastero.
Tra la fine del XVI e l’inizio del XVII secolo i certosini decisero di rinnovare integralmente l’aspetto della loro casa. Il 27 luglio del 1579 il priore stipulò con il maestro Angelo di Lonate un contratto per la costruzione di una “tomba nuova” da situarsi “da mano destra intrando la porta d’esso monastero”; una cucina, con tutte le stanze a lei pertinenti; una grande sala; e “quatro o quelli che riusciranno camerini in terra con altri suoi superiori alli sudetti”. Questo documento è importante poiché nel suo testo compare il lemma “fabbrica” per ben quattordici volte, termine che fu utilizzato assai raramente in tutta la documentazione relativa al monastero della Certosa.
La “fabbrica” di cui parla questo documento si riferiva certamente anche alla riedificazione della facciata della chiesa ed ai numerosi lavori che furono eseguiti nel Cortile delle Elemosina, nel Cortile d’Onore ed all’interno della chiesa.

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