Vangeli di un prete di campagna

Una riflessione sui vangeli delle Messe, fatta da un prete che conosce bene i vizi e le virtù della sua gente.
PRIMA DOMENICA DI QUARESIMA

(12 marzo) rito ambrosiano

Per i piccoli, ma non solo per loro, il carnevale che si è vissuto in questi giorni è caratterizzato dalle maschere, dal modo bizzarro di presentarsi, dalla fantasia con cui ci si trucca. E uno gode perché gli altri, anche gli amici, fanno fatica a riconoscerlo dietro la caricatura che si è scelto. La maschera infatti, soprattutto quella di carnevale, si presenta spesso come caricatura: c'è qualche particolare che viene volutamente esagerato; a chi guarda risulta spontaneo ridere. Si, le maschere di carnevale sono un modo simpatico per ridere su determinate situazioni o a proposito di persone che fanno notizia. Terminata la festa, finita la sfilata, tutto viene accantonato e la vita riprende con la serietà e anche con la monotonia del quotidiano. Ma è proprio nella vita di tutti i giorni che corriamo il rischio di mantenere una maschera che nasconde il nostro volto vero.

Qualcuno ci spinge a diventare una caricatura; qualcuno, a cui dà fastidio la bellezza del nostro volto vero pensato ad immagine di quello di Dio, ci suggerisce di dare un'importanza eccessiva ad aspetti che pure hanno un loro valore. Il cibo, ad esempio, ci è necessario; ma se la preoccupazione per il mangiare e per il bere e la ricerca del piacere di-ventano tutto, diventano l'unico scopo della vita, è una maschera quella che indossiamo. Il nostro vero volto di figli di Dio resta deformato. E' la tentazione che il diavolo mette davanti anche a Gesù, come nel Vangelo di oggi: "Se sei figlio di Dio, di' che questi sassi diventino pane!". Potremmo esprimerci così: "Non vedi che hai fame? Non ti accorgi che è una esigenza giusta quella che avverti? Hai paura ad accontentare un bisogno che tutti provano? E allora perché non lo soddisfi? Perché ti preoccupi del progetto di Dio, se è bene o se è male quello che fai?".

Riuscire nel lavoro o nella professione o negli studi è un desiderio legittimo; non siamo chiamati a volere il fallimento ad ogni costo. Ma se la ricerca del successo diventa l'unico scopo della vita, l'unico criterio di scelta, se si trasforma in una specie di carro armato che schiaccia tutti, se fa mettere sotto i piedi l'amicizia, la lealtà, la disponibilità, è una maschera quella che indossiamo: la maschera del personaggio famoso, dell'uomo arrivato, del tipo che tutti invidiano. Ma la dignità che deriva dall'essere figlio di Dio non c'è più. Dice il diavolo a Gesù: "Se sei figlio di Dio gettati giù; arriveranno gli angeli e non ti farai alcun male; ma in compenso otterrai un successo enorme; sarai ammirato da tutti". Potremmo sviluppare cosi la tentazione del diavolo: "Vuoi proprio restare ultimo? Vuoi proprio fare la figura dello scemo? Non sai che occasioni come questa non capitano tutti i giorni; se calchi un po' la mano puoi ottenere tutto. Perché ti preoccupi del progetto di Dio, se è bene o se è male quello che fai?". Un particolare viene gonfiato e diventa tutto, come nelle maschere e la nostra vita resta una caricatura da carnevale.

Dice un proverbio: "Per niente neanche un cane muove la coda"; ossia nel nostro mondo se in qualche modo non si paga difficilmente si ottiene ciò che si vuole e chi non ha soldi rischia di non valere nulla. Ma se il guadagnare, l'accumulare capitali in banca, il riempire la casa di elettrodomestici e il guardaroba di abiti all'ultima moda diventano lo scopo della vita e per i soldi si sacrifica tutto e si è pronti a vendere l'anima e il corpo, è una maschera quella che scegliamo. Avremo il portafoglio gonfio, tanto oro al collo, ma la dignità di figlio di Dio è sparita. Dice il diavolo a Gesù: "Se mi adori, se mi prendi come tuo signore, io ti faccio padrone del mondo". E' la maschera di chi appare felice perché possiede tante cose mentre il cuore è vuoto. Il tempo della quaresima che incominciamo con questa domenica, è un momento di grazia che Dio ci offre per liberarci da tutte queste maschere che impediscono di mostrare il nostro volto vero.

Il comportamento di Gesù, come ce lo presenta il Vangelo di oggi ci offre alcuni suggerimenti per togliere le maschere del carnevale dalla nostra vita. Alle proposte del Diavolo Gesù risponde: "Nella Bibbia sta scritto: Non di solo pane vivrà l'uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio". Per riscoprire la nostra dignità di figli di Dio dobbiamo dare più tempo all'ascolto della sua parola, alla lettura del Vangelo. Potremmo impegnarci ad arrivare in chiesa almeno un quarto d'ora prima della messa, prendere il foglietto con le letture della domenica e metterci in atteggiamento di ascolto di quello che il Signore vuole dire proprio a noi. Non è poi un impegno impossibile. Dice ancora Gesù al diavolo: "Nella Bibbia sta scritto: Adora il Signore Dio tuo e riconosci lui solo come tuo Signore".

Per ricuperare la libertà dalle cose, e riconoscere che solo Dio è il centro della nostra vita, possono essere utili alcuni gesti di penitenza, come ci ven-gono suggeriti dalla parola del profeta Isaia: "Dividi il pane con l'affamato, rivesti uno che vedi nudo, accogli in casa chi è senza tetto". E se come famiglia rinunciassimo ad un pasto perché qualche altra famiglia abbia un pezzo di pane in più? La grazia del Signore ci aiuti a vivere con intensità questo momento favorevole per riscoprire la nostra dignità di figli di Dio, di persone amate da lui.


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