Franco Loi

La voce della poesia ossia la poesia della voce

di Vittorio Cozzoli
parte quarta

Cozzoli: Sembra che pochi oggi lo capiscano, cioè lo capiscano in tempo. Nasce perciò nei poeti un senso di resistenza, di responsabilità nei confronti della lingua degli uomini? Se tacciono i poeti nella loro lingua, che è la lingua degli uomini, chi parlerà in difesa degli uomini?

Loi: Certamente. Io queste cose le ho sempre dette. Però qui viene l'altro aspetto di quello che dicevi prima: quando parlo io lo sentono nei sotterranei della storia, ma non appare né alle masse, né in televisione. Io dico ripeto quello che è stato detto e ripetuto nel mondo da altri più di me degni, come dice Dante. La questione è che non c'è megafono, e che non arrivi con la voce là dove il potere del denaro e della violenza non vuole che si arrivi.

Cozzoli: Per chiudere, ancora una questione. Omero, Virgilio, Dante sono i più grandi poeti per noi. La loro parola non è solo il segno di una civiltà che incarnano, ma di una più profonda religiosità. Sei d'accordo? Oppure, in altro modo: è della poesia parlare dell'eterno? Scegli, per concludere.

Loi: La poesia senza il senso dell'eterno non è poesia. Non potremmo dire che Omero è contemporaneo, che Dante è contemporaneo se non ci fosse l'eterno nella loro poesia. Ma io credo che, al di là di queste questioni, nel futuro diventerà pericoloso e diverso il modo di porsi dell'uomo. Cambierà la società. Cambierà per tante ragioni. Cambieranno i concetti di democrazia. Ci sono prospettive che non sono proprio rosee. La poesia, all'interno di queste prospettive, è l'unica che sfugge a qualsiasi controllo. Allora quei pochi uomini che avranno ascoltato la voce diranno le cose che sentono non nella società, ma dall'Ignoto. Sono certo che la poesia accompagnerà gli uomini anche nel futu-ro della loro vicenda, finché ci sarà una umana vicenda.

 

DE DIU SUN MATT

De Diu sun matt, se streppa la cunsciensa. vu 'n gir, el pensi, me 'I remèni, e vu...
E pussé 'I pensi, e pù ghe sun luntan.
Diu l'è schersus... L'è cume fa la lùna, ch'i mè penserin nùver, e lu se scund.
Inscì, me tundi via, parli cui òmm,
e matta l'è la luna, ciara lùnenta,
cun la sua lus che slisa ne la nott.

Franco Loi

Trad: Di Dio sono pazzo, si strappa la coscienza./ Vado in giro, lo penso, me lo rimugino, e vado.../ E più lo penso, e più sono lontano./ Dio è scherzoso… E' come fa la luna,/ che i miei pensieri sono nuvole, e lui si nasconde. Così, mi distraggo, parlo con gli uomini,/ e matta è la luna, chiara luneggiante,/con la sua luce che scivola nella notte.


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