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L'amor di cortesiaLancillotto e la bella Ginevra |
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foto di Damiano Moran |
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Da parte di lei, l'amore è correlato a quanto il cavaliere affronta per amor suo. L'amore è elettivo. Però Ginevra, sapendo che il cavaliere ha avuto qualche titubanza nel salire sulla carretta del disonore, lo accoglie con freddezza e lo respinge: basta un momento di viltà, perché s'incrini la fiducia. Lancillotto si dispera: si sparge la voce che è morto. Ora è Ginevra che si affligge per Lancillotto, al punto che corre voce che ella sia morta. Fortunatamente gli equivoci hanno termine, e Lancillotto ha il permesso di incontrare la regina, per chiarirsi vicendevolmente. L'incontro è un dolce parlarsi di ciò che i cuori dettano sotto lo sguardo stellato del cielo: "Discorsero a proprio agio di quanto loro piaceva - dice il testo -, né mancava materia, ché Amore assai gliene forniva".
Ciò avviene alla finestra della regina. La finestra è chiusa con fitte grate. Ma dal parlarsi da una parte e dall'altra della grata si passa a tirar via la grata... Lancillotto svelle le sbarre di ferro, entra nella stanza: come l'uno e l'altra desideravano. "La regina tende le braccia verso di lui, lo avvince, se lo stringe forte al seno, lo attira accanto a se" E' per questo frangente che scrisse Dante: Per più flate li occhi ci sospinse quella lettura, e scolorocci il viso; ma solo un punto fu quel che ci vinse. Quando leggemmo il disiato riso esser baciato da cotanto amante questi, che mai da me non fia diviso la bocca mi baciò' tutto tremante. |
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