Il gallo cedrone

teso di Sergio Pessot

foto di Oreste De Martin

parte seconda

Probabilmente il gallo cedrone non è sempre stato un volatile montano, ma certamente è stato spinto, dal progredire dell'agricoltura, nei boschi solitari verso l'alto. In Italia si trova in Alta Valtellina e nelle Alpi orientali; altrove è da considerarsi estinto. Frequenta più i boschi misti che non quelli di sole conifere; predilige particolarmente le pendici solive, ricche di erica e di cespugli che abbondano di bacche vicino a ruscelli o impetuosi torrenti. Durante l'inverno, se particolarmente rigido, abbandona l'alta montagna per scendere in luoghi meno elevati; appena il gelo tende a diminuire ritorna nei suoi luoghi preferiti. I galli cedroni maschi più anziani non lasciano mai i boschi, anche se la neve o il ghiaccio ricoprono ogni cosa; si alimentano delle poche sostanze vegetali che riescono a reperire.

Durante il giorno corre tra gli arbusti in cerca di cibo, alla sera i maschi e le femmine si separano recandosi sugli alberi dove solitamente pernottano. Si ciba di gemme, foglie caduche, bacche e semi, beve molto spesso e questo è il motivo per il quale gradisce che il suo territorio sia ricco di acqua. Il periodo riproduttivo è nei mesi di aprile e maggio, quando i maschi iniziano la loro parata d'amore, facendo la ruota con la coda e camminando a lunghi passi. Nonostante il maschio si unisca con molte femmine non si può parlare di "poligamia", in quanto il rapporto tra i due sessi si limita alla parata nuziale ed all'accoppiamento. Il periodo degli amori dura al massimo quattro settimane, dopo di che i maschi tornano nei loro territori e le femmine si preparano alla nidificazione. Il nido è situato in una conca poco profonda, rivestita di muschio, di erba e di piccoli rami posta possibilmente ai piedi di una vecchia conifera oppure nei cespugli di erica. A seconda dell'età della madre, il numero delle uova varia da sei a dodici, l'incubazione dura circa quattro settimane, la femmina non si allontana mai dal nido.

Accudisce i piccoli e li protegge, persino attirando su di sé, in caso di pericolo, l'attenzione di nemici come la volpe e la martora. I piccoli in breve tempo sono già ricoperti di piume e in grado di svolazzare. In autunno la famiglia si divide, i maschi vanno in cerca di un loro territorio mentre le femmine rimangono con la madre. Il gallo cedrone è insidiato dalla volpe, dall'aquila, dalla martora e da vari altri nemici, da cui sfugge grazie alla vita arborea che conduce e alla spiccata prudenza che lo contraddistingue. Il suo peggiore nemico però è stato l'uomo che ha contribuito notevolmente a sterminarlo per le sue carni eccellenti ma soprattutto per le sue piume che ancora oggi sono ornamenti per costumi tipici, in particolare in Alto Adige.


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