È assolutamente importante capire che Dio non è utile a nulla, che non serve nemmeno a salvarsi lanima. Dio non è un affare. Potremo conoscere qualcosa di Lui solo se usciamo e ci teniamo lontani dalle categorie dellutile e dellinteresse e assumiamo invece quelle della libertà e della grazia.
Il tema di questo servizio speciale è Dio, ossia le antiche e inesauste domande sulla sua identità, dove incontrarlo, come raggiungerlo. Nulla di nuovo o di originale, come si vede.
Ci ritroviamo piuttosto in un solco già tracciato, su un cammino percorso dallumanità intera in tutto larco della sua esistenza, ossia da uomini grandi e piccoli, ognuno in cerca di una risposta, di una via, di unesperienza.
Non siamo lontani dal vero se diciamo che, in fondo, quelle su Dio sono le uniche vere domande che luomo riesca a farsi.
Perché abbiamo scelto questo tema, invece di tanti altri più facili, meno lontani da un certo tipo di concretezza? Infine, nessuno ha mai visto Dio (1 Gv 4): cosa si può dire dellessere che non si è mai toccato né sentito?
Perché impegnarsi in questioni che, se affrontate in pieno con la necessaria serietà, difficilmente lasciano immutati? Vogliamo tornare ai massimi sistemi?
Dio è un tema su cui raramente si discute. Si sa, tanti hanno deciso che Dio non esiste. Non solo. Ma che costituisce il più colossale equivoco (o imbroglio) in cui sia finita lumanità.
Non ci impegneremo in una defatigante discussione sullesistenza di Dio, convinti, tra laltro, che il problema vero non è di acquisire argomenti irrefutabili, prove apodittiche dellesistenza di Dio.
Se pure riuscissimo ad avere una (impossibile) cosiddetta dimostrazione di tipo mate-matico, ossia chiara e rigorosa, semplice e lineare dellesistenza di Dio, non per questo avremmo fatto molti passi avanti nella questione Dio. Perché il problema è un altro.
Il problema è di decidere quale rapporto vogliamo avere con Dio. Capisco che cè una petizione di principio. Ma la questione Dio è singolare, è a parte.
La questione non è la prova (impossibile), ma il rapporto, la scelta, latteggiamento nostro: se di ascolto e di obbedienza, di amore o di rifiuto.
Davanti a Dio non si può rimanere indifferenti, come nella conoscenza o nella ricerca scientifica: io qui, loggetto lì, separati, ognuno per conto proprio. Dio non è un problema scientifico.
Con Dio si sceglie. O lo si ama o non esiste. O dà lessere o non esiste. La conoscenza di Dio implica un coinvolgimento esistenziale, un esodo senza ritorno, un mutamento irreversibile.