Servizio speciale
GIOVANNI BELLINI Imago pietatis
DIO NON " SERVE " A NESSUNO
di Nino Fasullo

È assolutamente importante capire che Dio non è utile a nulla, che non serve nemmeno a salvarsi l’anima. Dio non è un affare. Potremo conoscere qualcosa di Lui solo se usciamo e ci teniamo lontani dalle categorie dell’utile e dell’interesse e assumiamo invece quelle della libertà e della grazia.

 

Il tema di questo servizio speciale è Dio, ossia le antiche e inesauste domande sulla sua identità, dove incontrarlo, come raggiungerlo. Nulla di nuovo o di originale, come si vede.
Ci ritroviamo piuttosto in un solco già tracciato, su un cammino percorso dall’umanità intera in tutto l’arco della sua esistenza, ossia da uomini grandi e piccoli, ognuno in cerca di una risposta, di una via, di un’esperienza.
Non siamo lontani dal vero se diciamo che, in fondo, quelle su Dio sono le uniche vere domande che l’uomo riesca a farsi.
Perché abbiamo scelto questo tema, invece di tanti altri più facili,
meno lontani da un certo tipo di concretezza? Infine, nessuno ha mai visto Dio (1 Gv 4): cosa si può dire dell’essere che non si è mai toccato né sentito?
Perché impegnarsi in questioni che, se affrontate in pieno con la necessaria serietà, difficilmente lasciano immutati? Vogliamo tornare ai massimi sistemi?
Dio è un tema su cui raramente si discute. Si sa, tanti hanno deciso che Dio non esiste. Non solo. Ma che costituisce il più colossale equivoco (o imbroglio) in cui sia finita l’umanità.

Non ci impegneremo in una defatigante discussione sull’esistenza di Dio, convinti, tra l’altro, che il problema vero non è di acquisire argomenti irrefutabili, prove apodittiche dell’esistenza di Dio.
Se pure riuscissimo ad avere una (impossibile) cosiddetta dimostrazione di tipo mate-matico, ossia chiara e rigorosa, semplice e lineare dell’esistenza di Dio, non per questo avremmo fatto molti passi avanti nella questione Dio. Perché il problema è un altro.
Il problema è di decidere quale rapporto vogliamo avere con Dio. Capisco che c’è una petizione di principio. Ma la questione Dio è singolare, è a parte.
La questione non è la prova (impossibile), ma il rapporto, la scelta, l’atteggiamento nostro: se di ascolto e di obbedienza, di amore o di rifiuto.
Davanti a Dio non si può rimanere indifferenti, come nella conoscenza o nella ricerca scientifica: io qui, l’oggetto lì, separati, ognuno per conto proprio. Dio non è un problema scientifico.
Con Dio si sceglie. O lo si ama o non esiste. O dà l’essere o non esiste. La conoscenza di Dio implica un coinvolgimento esistenziale, un esodo senza ritorno, un mutamento irreversibile.


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