La mia guida non vede l’ora di scappare: "Adelaide è digeribile solo quando c’è il festival di arte e cultura, almeno si ha un motivo per venire e fermarsi tre settimane". In teoria sembrerebbe l’ultimo posto al mondo adatto a raccogliere stranieri bizzarri e artisti esotici, ma Adelaide pare che regga bene la prova, i cittadini in occasione del festival cambiano pelle e si sottopongono a dosi massicce di jazz, commedie d’avanguardia, mostre e ogni altra concepibile arte, per poi richiudersi nel loro abituale riserbo.
"Il tour è finito, Miss, qui non c’è proprio niente da vedere e conviene partire per Melbourne. Non che sia meglio, però accorciamo i tempi e lasciamo più spazio a Sydney che è l’unica città che vale la pena di visitare". Più che un consiglio sembra un ordine, perciò mi adeguo e salgo sull’auto, anche perché dobbiamo fare 750 km e vorrei arrivare ad un orario decente.
La sensazione che si ha girando per Melbourne è che questa città faccia fatica a dimenticare i suoi trascorsi di gloria. In fatti, prima della costruzione di Canberra, era la capitale della Federazione e ancora oggi sembra sia ben conscia del ruolo importante che un tempo ha rivestito. Brian mi aspetta nella hall dell’albergo, decidiamo per una colazione veloce che, però, è “farcita” con un’altra batosta.
"Ce la possiamo cavare in un’oretta: il tempo di fare un giro in centro e poi ripartire". A questo punto passo alla protesta: "Ma insomma, Brian, io sono qui per visitare…". Non mi fa neanche finire la frase: "Visitare che cosa? Qui ti fai una scorpacciata di traffico e basta".
In un primo momento penso che la sua fretta di arrivare a Sydney sia dovuta al fatto che lì dobbiamo incontrare Liz ma poi, quando mi trovo per strada, capisco che ha ragione. Melbourne è convinta di essere ancora la capitale, affronta il mondo con un atteggiamento solenne e i suoi abitanti credono, come dogma assoluto, che la loro città abbia una magnificenza nobile.
Con tutta la buona volontà, per il visitatore è piuttosto difficile vederla sotto questa luce, perché Melbourne si presenta come una serie monotona di arterie dense di traffico, attraverso le quali ulula il vento del nord. Tuttavia la vita intellettuale è più intensa che altrove perché la sua università è di primaria importanza e se ad un primo impatto la città può sembrare noiosa, ci sono oasi culturali di grande interesse.
"Il tour è finito, Miss, qui non c’è proprio niente da vedere e conviene partire per Melbourne. Non che sia meglio, però accorciamo i tempi e lasciamo più spazio a Sydney che è l’unica città che vale la pena di visitare". Più che un consiglio sembra un ordine, perciò mi adeguo e salgo sull’auto, anche perché dobbiamo fare 750 km e vorrei arrivare ad un orario decente.
La sensazione che si ha girando per Melbourne è che questa città faccia fatica a dimenticare i suoi trascorsi di gloria. In fatti, prima della costruzione di Canberra, era la capitale della Federazione e ancora oggi sembra sia ben conscia del ruolo importante che un tempo ha rivestito. Brian mi aspetta nella hall dell’albergo, decidiamo per una colazione veloce che, però, è “farcita” con un’altra batosta.
"Ce la possiamo cavare in un’oretta: il tempo di fare un giro in centro e poi ripartire". A questo punto passo alla protesta: "Ma insomma, Brian, io sono qui per visitare…". Non mi fa neanche finire la frase: "Visitare che cosa? Qui ti fai una scorpacciata di traffico e basta".
In un primo momento penso che la sua fretta di arrivare a Sydney sia dovuta al fatto che lì dobbiamo incontrare Liz ma poi, quando mi trovo per strada, capisco che ha ragione. Melbourne è convinta di essere ancora la capitale, affronta il mondo con un atteggiamento solenne e i suoi abitanti credono, come dogma assoluto, che la loro città abbia una magnificenza nobile.
Con tutta la buona volontà, per il visitatore è piuttosto difficile vederla sotto questa luce, perché Melbourne si presenta come una serie monotona di arterie dense di traffico, attraverso le quali ulula il vento del nord. Tuttavia la vita intellettuale è più intensa che altrove perché la sua università è di primaria importanza e se ad un primo impatto la città può sembrare noiosa, ci sono oasi culturali di grande interesse.
