Il gioco cambia veloce
Servizio speciale
Nella foto: come si divertivano i nostri nonni.

Sappiamo che il gioco varia con l'evolversi della società. Tuttavia, mai come nella nostra epoca ciò è particolarmente vero. Nel campo dell’attività ludica siamo senz'altro di fronte a dei grandi cambiamenti, che certamente non vanno né rifiutati né tanto meno ignorati. Rispetto al passato, stanno cambiando sia i tipi di gioco che le sedi e i modi di svago. Soprattutto stanno man mano scomparendo i tradizionali giochi spontanei di gruppo (ad esempio: il gioco del mondo o della campana, il gioco delle biglie, il gioco a piastrella, a rubabandiera, ecc.) che avevano divertito innumerevoli generazioni del passato.
L'assenza di aree verdi, la riduzione delle superfici abitative, il venir meno dei cortili e delle piazze come luoghi sostanzialmente sicuri e protetti e la difficoltà di superare le distanze urbane hanno reso sempre più difficoltoso il gioco infantile, in particolare quello di gruppo.
La socializzazione, una volta spontanea, ora viene programmata all’interno di strutture (scuola, palestre, clubs ricreativi) o a seguito dell’iniziativa dei genitori che trasbordano i figli da un capo all’altro della città per farli incontrare con i loro coetanei in luoghi, tra l’altro, prevalentemente chiusi. Tendono così a scomparire i giochi liberi, e in particolare i giochi motori, a favore dei giochi forzati e sedentari, dove risulta notevolmente ridotta la stessa possibilità di vivere nella propria corporeità esperienze di libertà e di creatività. Al movimento reale, determinato dalla corsa, dal gareggiare tra squadre, si sta poco a poco sostituendo il movimento virtuale, vissuto soprattutto con i videogiochi.
È, questa, una delle cause dell’obesità. La non attività fisica e la tendenza a consumare merendine altamente caloriche, tra l’altro reclamizzate dai numerosi spot pubblicitari, mentre si sta seduti davanti al televisore o al computer, sono fattori deleteri per la salute del corpo.
Tutto questo è reso ancora più problematico dall'aumento del fenomeno dei figli unici. Oggi infatti bisogna fare i conti non solo con la riduzione degli spazi ludici e delle opportunità d’incontro fuori casa, ma anche con la tendenziale scomparsa della famiglia con almeno due figli. Si stanno significativamente moltiplicando le famiglie con un solo figlio e talvolta con un solo genitore, per cui il bambino in casa è pressoché condannato a giocare da solo.


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